Il Garante per la Privacy dice stop ai profili fake/clonati su Facebook

Un pronunciamento del Garante per la Privacy, emesso in seguito ad una controversia tra un utente italiano e Facebook Irlanda, consentirà di far chiudere i profili fake e quelli clone che rasentino il furto d'identità.

Il Garante per la Privacy dice stop ai profili fake/clonati su Facebook

Spesso si consiglia di non usare dati reali, nel registrarsi ai social, in modo da tutelare maggiormente la propria privacy e così da non diventare carne da macello per le statistiche del grande social in Blu. Eppure, ciò non sarà più possibile – ovvero non si potranno più creare profili fake – dopo un pronunciamento ad hoc del Garante per la Privacy nostrano.

Spieghiamo un po’ l’antefatto. Tempo fa, un cittadino italiano si è accorto che un malintenzionato aveva creato, su Facebook Irlanda, un profilo uguale al suo sfruttando tutti i suoi dati ed una sua foto: insomma si spacciava per lui…cosa pericolosissima in generale, figuriamoci se fatto da una persona non propriamente cristallina. Giustamente il nostro concittadino gli ha fatto le sue rimostranze, ricavandone – in cambio – solo minacce. Da qui il ricorso al Garante per la Privacy che gli ha dato ragione nei confronti di Facebook Irlanda.

Tale pronunciamento (provvedimento n. 56 dell’11 febbraio 2016), quindi, costituisce un precedente mica male. Molte volte, infatti, può capitare che degli utenti creino profili falsi (o perfino profili clone), non per satira o per tutelare la propria riservatezza, ma per guadagnare della pubblicità gratuita o, addirittura, per frodare il prossimo (es. il caso di foto di donne attraenti fatte passare per proprie…).

Tutte cose spiacevoli che non saranno più possibili d’ora innanzi. Infatti, nel caso vi sia un profilo fake o clonato ed una persona, reputandosi denunciata, faccia ricorso, Facebook sarà tenuta a fornire i dati del profilo fake all’autorità giudiziaria per tutte le tutele del caso (il furto d’identità è reato secondo l’ex art. 494 del Codice Penale). Quindi, niente vendette private ma solo il rispetto dei diritti delle persone danneggiate.

E così, Facebook, dopo aver mandato la vita reale in diretta tramite i suoi Live, ora dovrà richiedere i dati reali ai propri iscritti pena la chiusura di profili fake e conseguenze giudiziarie piuttosto serie.

Decisamente qualcosa cambierà nel social di Zuckerberg che, comunque, si era già mosso per tempo per segnalare, con efficacia, i furti d’identità.

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