Google non ha mai avuto molta fortuna con i social, basti ricordare la triste sorte toccata ad “Orkut” che, nato nel 2004, è ormai attivo solo in alcuni paesi dell’America Latina, e Google Plus, ancora attivo ma ridotto ad un accumulo di gruppi di condivisione. Ora, secondo alcune indiscrezioni emerse nelle scorse ore, Mountain View potrebbe riprovarci di nuovo, avvalendosi di Google Earth.
Alcune riviste del settore hi-tech, come “The Next Web”, hanno notato come Google stia, pian piano, ed in sordina, inserendo funzioni sempre più social nei suoi vari servizi. Il servizio “Google Maps”, ad esempio, da qualche tempo permette agli utenti di creare delle liste di località predilette, da condividere con i contatti delle proprie “cerchie”, su Google Plus, e anche con persone esterne a queste ultime.
Ora, in aggiunta a ciò, sarebbe allo studio la possibilità di corredare le immagini satellitari di Google Earth, usate da professionisti e studenti, di racconti di viaggio, ed esperienze di vita, avvalendosi di foto, video, ed audio registrati sul posto, oltre ai relativi resoconti testuali di corredo. In questo modo, quindi, chi avesse scalato un pendio potrebbe raccontare la sua passione per l’alpinismo o il trekking, e chi ama le immersioni potrebbe raccontare delle sue sessioni di snorkeling al largo della barriera corallina australiana, o nei fondali del Mar Rosso.
Inoltre, secondo quanto emerso e come confermato anche da Rebecca Moore, responsabile del progetto “Google Earth” con una lunga esperienza in Google, i contributi degli utenti a Google Earth potrebbero essere pubblici, o mantenuti privati a beneficio di amici e parenti stretti: in ogni caso, non saranno mai monetizzati dal colosso californiano che, viene spiegato, può offrire Earth come un dono agli utenti, visto che il resto dei servizi fornisce entrate pubblicitarie a sufficienza.
Al momento, il lancio di questa feature social in Google Earth è stato calendarizzato solo nei prossimi anni e, nel frattempo, si procederà a testarne le potenzialità nel servizio Voyager, ove – oltre ai tour virtuali – è stata inserita anche la possibilità di effettuare dei live streaming. Tra i primi collaboratori del nuovo progetto googleiano, vi sarà anche la primatologa Jane Goodall, che sta documentando la vita di popolazioni indigeni locali, come quelle degli Yanomami, e dei Boa Vista Quilombola.