Facebook: test per il layout, hub sicurezza per Messenger e polemiche sulla privacy

Facebook ha rilasciato un nuovo hub per la privacy, a favore dello spin-off Messenger e, allo stesso tempo, avviato un test per il client del social destinato ad Android: tuttavia, anche questa volta, non è mancata la consueta dose di problemi in tema privacy.

Facebook: test per il layout, hub sicurezza per Messenger e polemiche sulla privacy

La nota piattaforma in blu co-fondato da Mark Zuckerberg continua a rimanere sotto i riflettori delle polemiche per il caso Cambridge Analytica, le cui conseguenze non accennano a interrompersi. Nel contempo, tuttavia, non sono mancate delle novità, sia per il client mobile del social, che per lo spin-off Messenger.

Non molto tempo fa, Facebook ha aggiornato la sua app per Android virando dal suo blu classico ad un candido bianco ma, presto, potrebbe tornare parzialmente sui suoi passi, recuperando un po’ della vivacità cromatica originaria, almeno secondo quanto emerso da un test in corso. La sperimentazione, attuata tramite la beta 246.0.0.49.121 per Android, ma accessibile solo ai pochi utenti coinvolti nel collaudo, prevede un nuovo layout per la sezione delle impostazioni: qui, la barra di navigazione è spostata in basso, e vede a destra l’icona per le notifiche, a sinistra quella per tornare al Feed, ed al centro un nuovo pulsante Facebook premendo il quale si accede ad una finestra nella quale, in uno sfondo gradientato celeste-lilla, albergano dei listelli bianchi in cui sono raggruppate le varie voci ad oggi accessibili tramite il menu ad hamburger (le tre linee orizzontali).

Anche Messenger by FACEBOOK è stata attenzionata, ricevendo in dote un nuovo hub (messenger.com/privacy) per la sicurezza e la privacy: qui, oltre alle scorciatoie per le funzioni più semplici (es. come tacitare una chat, bloccare chiamate o messaggi indesiderati), onde migliorare l’uso generale dell’app, non mancano le pagine per aiutare ad attivare l’autenticazione bifattoriale o la crittografia end-to-end (non presente di default, ma limitata alle chat segrete), ed una sezione di avvisi nel caso in chat si ricevano link sospetti o vi siano stati tentativi di accesso al proprio account da parte di utenti terzi.

Più in ambito generale, Facebook, in vista delle elezioni anticipate nel Regno Unito, fissate per il 12 Dicembre, metterà in piedi un centro operativo con una task-force di dipendenti dello UK, degli USA, e dell’Europa che si occuperanno di proteggere tali consultazioni da tentativi di manipolazione tramite la piattaforma che, però, anche in questo caso, non effettuerà alcun controllo di veridicità sulle pubblicità politiche.

Assieme a tali iniziative, non sono mancati alcuni spunti polemici che, come di consueto, hanno investito il colosso dei social network: nello specifico, Menlo Park, dopo l’affaire Cambridge Analytica, aveva cambiato in modo restrittivo le regole che permettevano l’accesso ai dati degli utenti da parte delle app di terze parti. Ciò aveva investito anche le API dei Gruppi che, prima dell’Aprile 2018, consentivano non solo di conoscere il nome del gruppo, l’ammontare degli iscritti o il contenuto dei post, ma pure alcune info personali degli utenti (attività nel gruppo, nome e foto profilo, etc). A quanto pare, per un disguido, almeno un centinaio di sviluppatori, tra cui quasi una dozzina negli ultimi 2 mesi, avrebbe ancora avuto accesso a tali dati sensibili: il social, per rimediare, questa volta ha rimosso definitivamente l’accesso a tali dati, ed avvertito i programmatori che saranno effettuate indagini per accertarsi che, come appena richiesto, siano stati cancellati i dati eventualmente raccolti (con i quali, comunque, non sarebbero stati effettuati abusi).

Sempre in relazione al caso Cambridge Analytica, infine, il procuratore generale della California, Xavier Becerra, ha chiesto alla locale corte di San Francisco di imporre al social, di fronte alla reticenza dimostrata, di presentare le informazioni necessarie (tratte anche dalle email del Ceo Zuckerberg e della Coo Sandberg) alle indagini in merito, avviate già dal 2018.

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