Facebook recap: ecco come cambierà il noto social nel prossimo futuro

Il 2019 è ormai agli sgoccioli, ed anche per Facebook è tempo di pensare al futuro, attraverso vari progetti che, nei prossimi mesi, potrebbero cambiare il modo in cui viene attualmente percepito ed utilizzato il più noto social network al mondo.

Facebook recap: ecco come cambierà il noto social nel prossimo futuro

Con l’anno che si avvia ormai a concludersi, è tempo di bilanci anche per Facebook che, acclarata come l’app più scaricata del decennio, si appresta a guardare al futuro, puntano a realizzare un proprio sistema operativo, forse un servizio di cloud gaming, a portare la musica su Watch, a combattere i deepfake grazie a Reuters, e condurre la propria personale battaglia per la salute dei propri utenti. 

Negli ultimi giorni, App Annie, società specializzata in indagini di mercato relative alle app, ha stilato una personale classifica, in base raccolti su iOS e Android, delle applicazioni più scaricate nell’ultimo decennio, per altro il primo del fenomeno smartphone: se ovviamente è Netflix a dominare tra le app più usate, seguita da Tinder grazie al suo sistema di “swipe” amoroso, tra quelle con più download a primeggiare è senza dubbio Facebook, per altro seguita da altri asset di Zuckerberg (nell’ordine, da Messenger, WhatsApp, e Instagram), con la recente TikTok in rapida ascesa grazie al crescente numero di Android phone diffusisi negli ultimi anni. 

Con un presente che sembra sorridere alla holding di blu vestita, anche il futuro potrebbe essere all’insegna dello stesso colore. Secondo il portale The Information, che ha raccolto le testimonianze del vice-responsabile (Andrew Bosworth) della divisione hardware del social, Menlo Park sarebbe intenzionata a ritagliarsi un posto nell’avvenire hi-tech, senza dover dipendere da Google (Android) o Apple (iOS), lavorando ad un proprio sistema operativo, forse per ottimizzare al meglio il proprio hardware (Portal e Oculus). In tal senso, a 15 miglia dal quartier generale (per la precisione, a Burlingame) sarebbe stato acquistato un ufficio di 6.500 metri quadrati, grande abbastanza per 4.000 impiegati, nel quale dovrebbe lavorare un team alle dipendenze di Mark Lucovsky, co-ideatore del sistema operativo Windows NT. magari recuperando qualcosa dall’abortito progetto Oxygen (app Android al di fuori del Play Store) e HTC First (il primo e unico smartphone Facebook based). 

Da CNBC, invece, è giunta l’indiscrezione, poi confermata da ambo le parti, secondo cui Facebook ha acquistato la spagnola PlayGiga che, attiva dal 2013 con una piattaforma che offriva gaming via cloud (in 4 paesi), ultimamente era alle prese con lo sbarco nel Medio Oriente, e con lo sviluppo di un progetto in ottica 5G. Probabilmente Menlo Park, già attiva nel gaming attraverso i propri visori (dopo aver comprato nel 2014 Oculus) e il progetto Facebook Gaming, sfrutterà il nuovo asset proprietario per ritagliarsi un posto al Sole nell’ambito del gaming via streaming, sì da contrastare Google Stadia, Apple Arcade, l’incipiente Microsoft xCloud, e il sempre più conveniente (9.99 dollari al mese) PlayStation Now di Sony.

Assieme al gaming, anche i video musicali potrebbero far parte dei progetti futuri di Facebook. Ad esserne convinto è il portale Bloomberg secondo cui il social avrebbe avviato negoziati con le principali etichette discografiche, Universal Music Group, Warner Music Group, e Sony Music, per ottenere nuove licenze (rispetto a quelle attuali che permettono solo di usare le loro canzoni sui video ritoccati condivisi via social o Instagram), questa volta finalizzate a portare i video musicali all’interno di Facebook Watch che, ad oggi, propone più che altro filmati di utenti ed editori vari, e qualche produzione originale propria (es. il talk show “Red Table Talk”). 

Anche la disinformazione occuperà buona parte dei prossimi impegni di Facebook che, per offrire il proprio contributo al relativo contrasto, nell’ambito del Facebook Journalism Project, starebbe organizzando, assieme a Reuters, un corso di 45 minuti, per ora in 4 lingue (inglese, francese, spagnolo, e arabo) per insegnare ai giornalisti come scoprire video (deepfake), ma anche audio e testi falsi

Stesso discorso dicasi per la salute dei propri utenti. A tal proposito, Facebook ha modificato, con effetto nelle prossime settimane, le policy a proposito dei prodotti e dei servizi che gli influencer possono o meno promuovere con contenuti brandizzati e, ora, sia su Facebook che su Instagram, risulta proibito reclamizzare armi, sigarette (anche elettroniche), e prodotti a base di tabacco.

Sempre in tema salutistico, Facebook, che ha appena defalcato diversi gruppi nei quali si caldeggiava la cura del cancro della pelle mediante un unguento miracoloso (in realtà molto corrosivo, a base di cloruro di zinco e radice di sanguinaria canadensis), ha reso noto di aver attivato un alert ogni qualvolta che si tenterà di iscriversi a gruppi che parlano di vaccini, con approccio no o free vax, fornendo link verso fonti sicure (es. Who.int) consigliate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

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