Facebook raccomanda di usare i suoi servizi per fare "buone azioni". Ecco come

Dopo l'anno trascorso a combattere le fake news, Facebook - impegnata anche sul fronte della privacy per recepire le prossime normative europee in merito - si è attivata nel campo delle "buone azioni", varando e pubblicizzando diversi utili strumenti ad hoc.

Facebook raccomanda di usare i suoi servizi per fare "buone azioni". Ecco come

Il 2017 è stato l’anno della lotta alle fake news mentre il 2018, per Facebook, potrebbe essere quello degli strumenti finalizzati alle buone azioni (prodotti “social good”, secondo Zuckerberg). A fornire maggiori dettagli in merito, nel corso di un incontro che si è tenuto a Milano, è stata la dirigente del social, Anita Yuen.

Già da tempo, su Facebook sono attivi dei sistemi che consentono agli utenti di festeggiare il compleanno varando una raccolta fondi a favore di un’organizzazione no-profit (con zero commissioni per il social). Ora, a tale strumento, si aggiunge anche la possibilità, per chi ha varato la raccolta fondi all’esterno del social, di avere – tramite l’app Fundraiser – un corrispettivo in Facebook che si sincronizzerà automaticamente con la pagina benefica creata all’esterno. I gestori delle pagine delle ONG, inoltre, potranno inserirvi un pulsante “Fai una donazione”, in modo che la beneficenza sia semplificata anche per coloro che passano molto tempo nella piattaforma in blu.

Già attivi sono anche gli algoritmi che riconoscono, nei post e nei video, i segnali di chi potrebbe tendere al suicidio, dando la priorità ai casi valutati come più rilevanti. Gli utenti possono segnalare a Facebook persone per cui si preoccupano, con quest’ultima che può attuare un’ampia gamma di azioni, dall’allerta verso le forze dell’ordine ai semplici consigli al diretto interessato, passando per il coinvolgimento delle linee di prevenzione e assistenza

Sempre connesso ai rapporti umani è un altro servizio di Facebook, forse meno noto, relativo al “Mentoring”. Sino a poco tempo fa, il social era noto per il suo connettere persone che già si conoscevano: ora Facebook, tramite un algoritmo, vuole abbinare persone con esperienze e obiettivi comuni, così che possano essersi utili a vicenda, o fungere da ispirazione l’un l’altro. Il tutto avverrà attraverso uno spazio privato messo a disposizione dal social, seguendo un programma predisposto da organizzazioni no-profit. 

Come non ricordare, poi, il Safety Check: attivato in caso di calamità naturali o attentati, consentiva di far sapere – tramite il social – che si stava bene e che ci si era messi in salvo. Poi è stato seguito da una piattaforma che fa incontrare chi offre e chi chiede aiuto, nell’immediato post-emergenza, e – più di recente – è arrivato uno speciale pulsante per le donazioni che consente alle comunità colpite di raccogliere fondi per la ricostruzione.

Di solito, in casi di emergenza o meno, vi può essere – da parte degli ospedali – il bisogno che qualcuno doni il proprio sangue (anche alle apposite “banche”): in casi del genere, Facebook – con una nuova funzione appena varata – permetterà agli enti interessati di pubblicare un evento dettagliato di informazioni di contatto in cui si spiega come sarà possibile donare il proprio sangue. Coloro che, nelle informazioni accessorie del proprio profilo, avranno specificato gruppo sanguigno e disponibilità a donare, saranno avvisati dell’evento tramite notifica, e potranno dare – o meno – la propria adesione. 

La funzione “Amber”, infine, riguarda degli avvisi emessi nel caso si sospetti il rapimento di un minore scomparso. In questo campo, Facebook – ogni volta che i centri nazionale (Ncmec) e internazionale (Icmec) per i bambini spariti emetteranno un’allerta – la pubblicherà automaticamente nella sezione notizie delle persone che, in base alla posizione condivisa, risultano essere nella zona idonea a fornire un contributo nelle ricerche. 

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