Il fine settimana di Meta, ex Facebook Inc, si avvia ad iniziare all’insegna delle cattive notizie, visti i nuovi problemi provenienti dal fronte degli enti regolatori europei in tema di privacy, con anche lo spam che dà motivo di preoccupazione al gruppo di Mark Zuckerberg, senza contare la conclusione di un esperimento che non ha dato i frutti sperati nel trattenere l’utenza giovane.
Negli scorsi giorni, l’Ente regolatore europeo per la privacy, la DPC o Data Protection Commission, ha inviato a Meta una decisione preliminare che potrebbe impattare sulla capacità della multinazionale dei social di esportare negli USA i dati degli utenti europei (sul suolo del Vecchio Continente meglio tutelati dal GDPR). Ora, lo step successivo prevede che Menlo Park avrà 28 giorni di tempo per presentare delle osservazioni in merito, prima che l’Ente, ai sensi dell’articolo 60, assuma una bozza di decisione finale valida per le autorità di vigilanza interessate, federate nella (CSA) Cloud Security Alliance.
Al momento, a TechCrunch che aveva richiesto maggiori ragguagli in merito, Graham Doyle, vice commissario della Irish Data Protection Commission, ha aggiunto solo che il tutto dovrebbe arrivare a conclusione ad Aprile, rifiutandosi però “di dettagliare il contenuto della decisione preliminare” velinata a Meta.
Di recente, Facebook ha diffuso il suo ultimo, periodico, report riguardante l’applicazione degli Standard della sua Comunità, con dati che si riferiscono al quarto trimestre del 2021. Secondo quanto divulgato, le migliorate tecnologie di sorveglianza proattiva della piattaforma hanno permesso di intervenire, rispetto al terzo trimestre (777 milioni), su 1.2 miliardi di contenuti spam: di questo totale, 4 milioni (vs i 2.7 del 3° trimestre) erano contenuti riguardanti la droga, mentre 1.5 (vs gli 1.1 del 3° trimestre) riguardavano le armi da fuoco.
Infine, il pensionamento di un esperimento non riuscito. Come noto, Facebook è nato come social che permetteva di valutare i profili degli studenti universitari: col passare del tempo, è diventato molto di più anche se, poco meno di due anni fa, nel tentativo di tornare alle origini e di trattenere l’utenza più giovane, ha introdotto nell’app una sezione sperimentale, Campus, dedicata agli studenti universitari che, attraverso di essa, potevano partecipare a gruppi, eventi, e chat incentrati sulla vita del loro college, conoscere – via directory – altri studenti con cui fare amicizia, e potevano leggere specifici newsfeed.
Visto che il progetto non ha imparato a camminare con le proprie gambe, Facebook ha deciso, via annuncio in-app, di avvertire gli studenti delle università aderenti al progetto Campus che lo stesso sarà chiuso il 10 Marzo, con eliminazione definitiva dei gruppi e dei post condivisi nel relativo contesto, con annesso invito a scaricare per tempo i dati della loro partecipazione al test. Contestualmente, riferisce la portavoce del social, Leah Luchetti, agli studenti delle scuole di prova si sono suggeriti “i gruppi Facebook del college pertinenti a cui aderire“, posto che, dall’esperienza di Campus, si è desunto come siano proprio i gruppi uno dei modi migliori per supportare gli studenti nella loro vita accademica.