Pur ancora alle prese con accuse di monopolio, Facebook sta proseguendo nell’integrare le sue applicazioni di messaggistica, come confermato dal ritorno sul social delle chiamate audio e video: nel frattempo, il gruppo di Menlo Park è rimasto coinvolto in nuove polemiche, a causa di un report pubblicato, anche se ha messo a segno un positivo colpo d’immagine, con una misura a tutela dei suoi utenti afgani.
Nel 2014, intenzionata a farla diventare un’app autonoma, Facebook scisse il suo Messenger dal social, delegandovi le funzioni di comunicazione interpersonale, come lo scambio dei messaggi testuali e le chiamate, causando all’epoca non pochi problemi per i telefoni di fascia bassa visto che, essendo necessario installare pure Messenger assieme a Facebook, si sprecavano 300 MB di storage. Nelle scorse ore, spiegando che Messenger è destinato a diventare più che altro un tessuto connettivo, un servizio, che permetterà ai suoi utenti di interdialogare indipendentemente dalla piattaforma su cui si trovano, Facebook ha confermato d’aver avviato un test.
Il test in questione, rendicontato dal portale Bloomberg, riporta – per gli utenti di alcuni paesi (es. gli USA) – talune funzioni di Messenger sul social, come nel caso delle chiamate video e audio, lasciando per ora gli scambi testuali all’app della grande M, in modo che siano ridotti i casi in cui gli utenti devono passare da un’app all’altra per interagire.
In tema di polemiche, il quotidiano The New York Times ha avuto tra le mani, e pubblicato, un report di Facebook relativo al primo trimestre del 2021, relativo ai trend e temi più visualizzati dagli utenti del social, cassato dal vice-presidente Alex Schultz perché avrebbe potuto generare problemi nelle relazioni pubbliche, visto che evidenziava come il link che avesse ottenuto più visite puntava a un articolo, intitolato “Un dottore in salute muore a due settimana dal vaccino contro il COVID-19“, pubblicato anche dal The Chicago Tribune.
Infine, il responsabile sicurezza del social, Nathaniel Gleicher, ha annunciato che, ascoltando i feedback provenienti in loco, Facebook ha deciso di attivare agli utenti, in Afganistan, la possibilità di bloccare il proprio account, di modo che non sia possibile accedere al loro profilo o alle foto, invece visibili solo a chi si aggiunge alla lista amici. A proposito di quest’ultima si è deciso di impedire, per il momento, di cercarvi e visualizzare gli account degli utenti facebookiani in Afganistan.