Non possa giorno che Facebook non sia oggetto d’attenzione da parte delle principali testate online, o tradizionali, del mondo dei media: BuzzFeed, che già ha dedicato al social un articolo nel quale evidenziava le correnti interne a Menlo Park (pro Zuckerberg, contrari, cospirazionisti intenti a colpevolizzare i media), con annesso uso di un telefono secondario per spettegolare al riparo dalle intercettazioni, ha sferrato un nuovo colpo all’immagine di Facebook che, però, ha prontamente replicato.
La testata online nota come BuzzFeed ha scoperto – di recente – alcuni brevetti, tre per la precisione, depositati dal team di Zuckerberg nel 2017 presso l’ufficio americano per la tutela della proprietà intellettuale, lo United States Patent and Trademark Office.
Di questi, il progetto conservato e registrato sotto l’etichetta “Offline Trajectories” ipotizza come si potrebbero usare le informazioni sulla geolocalizzazione ottenute dalle passate attività di un utente per scoprire ove si recherà, ed agire di conseguenza. Lo scopo, in questo caso, non è di esibire spot mirati, ma di scaricare per tempo dei contenuti, in modo da consentirne una fruizione off-line, nel caso si ipotizzi l’arrivo in una location nella quale non vi sia una (adeguata) connettività.
Allo scopo di offrire un advertising mirato, però, assolve il brevetto depositato col nome di “Predicting Locations and Movements of Users Based on Historical Locations for Users of an Online System“: in questa fattispecie, verrebbero impiegati i dati di geolocalizzazione di più utenti, onde ricavare le tendenze di movimento da una location all’altra in base a età e interessi comuni. Lo scopo, neanche tanto recondito, è di proporre coupon ed offerte mirate ad un utente che si sia recato in un negozio, prospettandogli in seguito dove le persone con interessi comuni si sono recate per fare altri acquisti.
Infine, il brevetto noto come “Location Prediction Using Wireless Signals on Online Social Networks” identificherebbe la posizione dell’utente in modo più preciso del GPS, usando l’intensità del segnale di Wi-Fi, Bluetooth, dati mobili, NFC e – incrociando questo dato con quelli attinti dagli altri iscritti al social – si potrebbe prevedere in quale delle località vicine vi è più probabilità che si rechi in un dato momento.
Interpellato dalla rivista, uno dei portavoce del social Facebook, Anthony Harrison, ha fornito una risposta di routine, sostenendo che la sua azienda sia solita depositare molti brevetti, e che non tutti si sostanziano in tecnologie concrete e che, pertanto, la tutela di una proprietà intellettuale non vada ritenuta come indicativa dei progetti futuri dell’azienda.