Continuano i tempi bui, per Facebook quanto a rapporti “difficili” con le istituzioni. Menlo Park non ha ancora smaltito la multa da 10 milioni di dollari comminatale dall’Agcom italiana con l’accusa aver fornito “informazioni ingannevoli sulla raccolta e sull’uso dei dati“, che già si trova a che fare con le “sportellate” di altre istituzioni: in particolare, con quelle dell’Australia, che certo accresceranno il clima di tensioni all’interno del team di Zuckerberg. Intanto, proseguono le attività nel quartier generale del social, con un sempre crescente interesse verso la tecnologia Blockchain.
Nella terra dei canguri, il parlamento di Cantberra ha varato una legge che obbliga tutti i grandi player tecnologici, da Apple a Google, passando per Amazon e Facebook, a consentire – in caso di indagini – l’accesso ai dati criptati degli utenti alloggiati sulle loro app o sui rispettivi dispositivi. Come se non fosse ancora abbastanza, la locale Accc, Autorità garante della concorrenza australiana, ha consegnato alle istituzioni un documento in cui si palesa preoccupazione per la posizione dominante di Google e Facebook in due ambiti, la raccolta pubblicitaria e il sistema informativo, con la raccomandazione da parte di Rod Sims, garante della concorrenza, ed estensore del documento, di creare un ente regolatore che studi l’impatto di Google e del noto social sulle locali imprese, in special modo dei media, onde contemplare l’effetto che questi colossi possono avere sulla capacità – ad es. di giornali e tv – di monetizzare i propri contenuti.
L’assunto è che i media tradizionali del posto, vedendosi diminuire le entrate pubblicitarie, abbiano dovuto ridurre il numero di giornalisti, con conseguente impatto sulla qualità delle informazioni, anche tenuto conto il sempre presente problema della fake news presenti e veicolate viralmente da Facebook. A tal proposito, l’ente – oltre a tenere d’occhio ed analizzare accuratamente i comportamenti delle due aziende in questione – potrebbe anche chiedere loro numi e dettagli sui rispettivi algoritmi che presiedono all’agenda setting con cui propongono le notizie agli utenti.
Indubbiamente, altre grane che andranno ad accrescere ulteriormente anche il clima di tensione interno a Facebook, sempre più sotto pressione. BuzzFeed, che ha raccolto la testimonianza di un ex dipendente del social, racconta di come a Menlo Park i dipendenti, sotto assedio da circa 600 giorni, siano irritabili, stanchi, e paranoici, ormai divisi tra i fedelissimi di Zuckerberg e del suo braccio operativo Sandberg, e chi – invece – vedrebbe di buon occhio un cambio al vertice, magari con personalità esterne chiamate a sostituire il fondatore (come avvenuto in Uber e, soprattutto, in Google). La conseguenza di questa situazione è che alcuni dipendenti si sarebbero dimessi, per poter parlare con i media, come il manager Mark S. Luckie, che ha parlato di un “black problem” del social con le minoranze di colore, mentre altri – pur di poter parlare tra loro di quello che accade, e di cosa non va, sarebbero ricorsi a un telefono secondario, o burner phone, preferito in quanto non tracciabile e adatto solo a telefonate ed SMS.
Tempo fa, Zuckerberg aveva parlato della blockchain come di un sistema per trasferire il potere dai sistemi centralizzati e ridarlo alle persone comuni e, per investire in questo settore, aveva assunto l’ex Coinbase David Marcus: ora. messo Evan Cheng a capo della divisione Ingegneria Blockchain, è partito il casting per popolargli il team di professionisti ad hoc. Nello specifico, si starebbe cercando un ingegnere esperto di blockchain, dei data scientist ed engineer, e – al di fuori dei ruoli meramente tecnici – anche un leader marketing che lanci i vari progetti in ambito blockchain