Facebook: in test un restyling dell’interfaccia, scoperto online maxi database sprotetto

Recenti indiscrezioni riportano di un test in corso, da parte di Facebook, per altro appena coinvolto in una nuova falla di sicurezza a danno di milioni di utenti, in merito a un'interfaccia rinnovata e semplificata del social: ecco di cosa si tratta.

Facebook: in test un restyling dell’interfaccia, scoperto online maxi database sprotetto

La prima settimana di Settembre di avvia a concludersi, sulla scia delle copiose novità che sgorgano dall’IFA 2019 di Berlino: tra uno smartphone e una soundbar, una TV 8K e un elettrodomestico intelligente, Facebook è riuscita ugualmente a ritagliarsi i propri 5 minuti di celebrità, attraverso i rumors sul rilascio di una novità tecnica, e a causa dell’ennesimo scandalo sulla privacy.

Secondo le testimonianze di diversi utenti, evidentemente i primi a beneficiare della novità in seguito a un’attivazione remota della stessa, sembra che Facebook, già impegnata nello sperimentare la modalità scura per il suo social, abbia avviato il test di un’ulteriore miglioria, promessa a suo tempo, in quel di Aprile, in occasione della convention F8.

Il riferimento corre a una revisione dell’interfaccia che, in base al messaggio che accoglie i soggetti coinvolti nel test, si esplicherebbe in un layout semplificato, con fonti più grandi, per trovare più facilmente quel che si cerca, in un rinnovato sistema di navigazione che metterebbe più facilmente l’utente in contatto con le funzioni da esso più usate, e in una sorta di backup del punto in cui l’utente aveva abbandonato il NewsFeed prima di passare ad un’altra sezione del social (utile per evitare di dover rieseguire lo scroll da capo).

Nonostante sia passato del tempo dall’affaire Cambridge Analytica, per il quale Facebook è stata condannata di recente ad una maxi multa, e in vista della cui soluzione il social aveva già messo in cantiere una gestione dei dati più severa, tra cui l’impossibilità di cercare una persona per numero di telefono, la sicurezza in quel di Menlo Park torna al centro delle polemiche, a causa di quanto appena reso noto da TechCrunch

Il noto portale tecnologico ha riportato la scoperta della GDI Foundation, una no-profit agency che si batte per la sicurezza digitale che, tramite il suo ricercatore Sanyam Jain, ha reperito online l’esistenza di un server, privo di qualsiasi password di protezione, al cui interno erano riportati, suddivisi tra 416 milioni di record (righe), i dati di milioni di utenti del social sparsi in tutto il mondo, con 50 milioni di users situati in Vietnam, 18 in Gran Bretagna, e 133 negli USA.

Più precisamente, all’interno dei record di questo database erano presenti informazioni sensibili come il sesso, il nome, la localizzazione geografica, il numero di telefono (anche di alcune celebrità) e l’ID univoco di Facebook.

Quest’ultima, interpellata in merito, ha ammesso la circostanza, per comprendere la quale ha avviato delle indagini interne, ma ha ridimensionato l’entità del problema, spiegando che gli utenti coinvolti sarebbero, tolti i doppioni, 210 milioni, e che i dati apparterrebbero a set “vecchi”.

Inoltre, come confermato da Menlo Park al quotidiano britannico The Guardian, il set di dati (la cui proprietà non è stata ancora accertata) è stato messo off-line, ovvero rimosso, in seguito ad una comunicazione con l’host provider (la società che offre lo spazio sul cloud per il database) e, ad oggi, non risulterebbero compromissioni di account riconducibili alla scoperta di questo server sprotetto: tuttavia, ciò non esclude, fanno osservare gli esperti, che le numerazioni scoperte, in mano alle persone sbagliate, possano essere usate per campagne di spam, se non anche per l’hacking delle SIM, con conseguente accesso, in seguito al trasferimento della stessa, a tutte le informazioni ivi associate.

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