Più volte si è parlato dell’intenzione di Facebook di diventare una media company per conto suo, ma anche di tendere la mano agli editori, poco soddisfatti degli Instant Articles: a tal proposito, negli ultimi giorni, sono emerse interessanti novità, sia da un punto di vista più tecnico, che dal lato informativo della questione.
L’intenzione di Facebook di diventare una media company passerà certo per i contenuti, anche multimediali, in forma di produzioni originali alla Netflix: nel frattempo, però, bisogna anche pensare alla struttura per erogare tali contenuti. In questo contesto, si inserisce la notizia secondo la quale l’azienda Telxius ha steso, per conto di Facebook e Microsoft, il super cavo (6500 km) sottomarino “Marea” che, collegherà, a partire dal 2018, Spagna e Virginia, veicolando qualcosa come 160 terabyte di dati per secondo: per rendere l’idea, in termini di paragone, sarebbe come se 71 milioni di film HD venissero trasmessi in conteporanea. Il super cavo “Marea”, oltre a ciò, servirà – almeno per quel che concerne Menlo Park – anche per il servizio Facebook Live (la dirette degli utenti), e per le attuali e venture applicazioni in ambito realtà aumentata e virtuale.
Terminato l’annuncio americano, anche l’Europa è diventata protagonista del mondo di Zuckerberg: nella sede milanese di Facebook, è stato annunciato che entro fine anno le notizie sul social saranno solo a pagamento, e che vi sarà un miglior contrasto alle bufale.
Gli Instant Articles sono un formato informativo introdotto tempo fa per rendere più agevole ed immediato il leggere una notizia da smartphone: agli editori, però, ha reso meno delle notizie presenti nelle loro piattaforme, ed attorniate da svariati annunci pubblicitari. Ecco perché si è deciso per una svolta, optare per le notizie a pagamento.
Tale novità dovrebbe esordire entro fine anno, e – quindi – a breve partiranno i test delle due modalità di abbonamento attualmente allo studio: il primo modello prevede un tot di notizie gratis superato il quale bisognerà pagare per leggere (pay to read), mentre – nel secondo caso – con un sistema “freemium” vi saranno alcuni contenuti sempre gratuiti ed altri – invece – a pagamento. In questa seconda fattispecie, spetterà all’editore stabilire quali contenuti fornire solo dietro abbonamento, dato che il pagamento avverrà sulla sua piattaforma, ed a lui spetterà il 100% dei ricavi (ma, anche, tutti i costi del caso).
Come accennato, a breve partiranno i test per le notizie a pagamento nei 2 modelli succitati e, per l’occasione, sono stati già stilati accordi con 10 grandi brand mondiali dell’informazione (qualcuno anche in Italia). Nel frattempo, l’occasione si è rivelata propizia anche per annunciare che verranno messe in campo nuove misure per consentire una più agevole segnalazione delle notizie dubbie che, in Italia (come già avvenuto in Francia e USA) verranno verificate da un apposito partner, però ancora da individuare.
Quello che è certo, con l’arrivo delle notizie a pagamento su Facebook e con un miglior controllo sulle fake news, è che – per i circa 2 miliardi di iscritti al social in blu di Menlo Park – il nuovo anno non sarà più lo stesso, almeno sotto il piano dell’accesso all’informazione, e della sua qualità.