Si vociferava già da qualche giorno dell’intenzione di Elon Musk di uscire dall’accordò per comprare Twitter, sottoscritto ad Aprile mettendo sul piatto più di 54 dollari ad azione, per un totale di 44 miliardi di dollari, messi assieme in parte col patrimonio personale, e in parte chiedendo un prestito a Morgan Stanley. Nello specifico, l’uomo più ricco al mondo aveva interrotto le interlocuzioni con i partner in merito al finanziamento dell’operazione e non suggeriva più migliorie alla piattaforma.
Nelle scorse ore, mentre la giornata di venerdì si avviava alla fine, un avvocato di Elon Musk, secondo quanto riporta la Reuters identificato nella figura di Mike Ringler, ha scritto al chief legal officer del social Twitter annunciando che il CEO di Tesla stava risolvendo l’accordo con la piattaforma californiana, a causa di sostanziali violazioni dell’accordo: tra queste, figura il licenziamento di due figure chiave di Twitter (es. il responsabile delle entrate) senza che si fosse passati per la concessione obbligatoria del placet di Musk.
Soprattutto, da mesi Musk lamentava dichiarazioni false fornite da Twitter al momento della stipula del patto di fusione, tanto da averlo già dichiarato sospeso a Maggio. Twitter, nel frattempo, ha fornito i dati richiesti (sebbene il rappresentante legale di Musk lamenti che la controparte abbia “rifiutato o ignorato le richieste di informazioni“) che, però, non avrebbero permesso all’imprenditore di appurare in modo preciso il numero degli account falsi, impattante sul reale ammontare dei venturi introiti.
Interpellato in merito, il social Twitter ha precisato che il suo board, rifiutando quindi il pagamento della penale di 1 miliardo di dollari proposto da Musk, è impegnata nel portare a termine l’accordo secondo i termini e le cifre pattuite, tramite un’azione legale, che si auspica inizi tra poche settimane e che duri pochi mesi.
Verosimilmente, la questione sarà affrontata davanti a un tribunale del Delaware. Da una parte, Musk potrebbe invocare la tipologia di contenzioso MAE, che però è stata attuato solo una volta, quando il gruppo sanitario tedesco Fresenius Kabi AG è riuscito a sottrarsi nel 2018 a un accordo con il produttore di farmaci Akorn Inc che aveva celato la sua grave situazione finanziaria. Nel caso di Twitter ciò appare difficile, perché, secondo il preside associato per la ricerca alla Tulane Law School, Ann Lipton, Musk dovrebbe dimostrare non solo che i dati di Twitter sono falsi, ma anche così drammaticamente falsi da pregiudicarne i futuri guadagni.
Probabile, quindi, che la vicenda abbia uno dei due seguenti sbocchi, percorsi nella maggior parte dei casi: o Twitter accerta un generoso indennizzo che permetterebbe a Musk di uscire dall’accordo, o le due parti rinegozieranno al ribasso l’accordo stesso, come successo nel 2020 quando il marchio del lusso francese LVMH minacciò di rinunciare all’acquisto del rivenditore americano di gioielli, Tiffany & Co, con un accordo che venne rivisto a 15.8 miliardi di dollari, con un taglio di 425 milioni sul pattuito. Quello che è sicuro è che, in attesa della riapertura del mercato lunedì prossimo, in fase di chiusura delle contrattazioni, il titolo di Twitter ha già fatto registrare una flessione del 9%.