In questi giorni il testo “Anch’io sto disattivando!”, in cui si afferma che la piattaforma social di Meta addebiterà 4,99 $ al mese, a meno che gli utenti disattivino l’account, sta diventando di nuovo virale. In realtà l’azienda americana non può addebitare nessun costo se non si collega al proprio account Facebook una carta di credito o una prepagata. Questa è una delle cose importanti da sottolineare perché in questo modo si rassicurano e invitano gli stessi utenti a non condividere queste fake news che utilizzano la catena di Sant’Antonio.
Per capire meglio però di cosa stiamo parlando, basta leggere alcuni pezzi del post che nei primi giorni di settembre e di nuovo a metà novembre è stato ripubblicato da migliaia persone.
“Anch’io sto disattivando! Così ora lo stanno facendo, appena annunciato su Channel 4 News. Facebook addebiterà a tutti gli utenti a partire da lunedì. Puoi fare un’opt-out facendo questo. Tieni il dito su questo messaggio e copialo. Non si può condividere. Non do il permesso a Facebook di addebitare 4,99 dollari al mese sul mio account, anche; tutte le mie foto sono di mia proprietà e NON di Facebook!!! Un ringraziamento speciale a Larry per questo consiglio legale… e a Tim Barker per aver pubblicato queste informazioni: A causa del fatto che tutti stanno lentamente venendo dirottati, sì dirottati non hackerati, stanno dirottando i nostri account, ora ancora di più. Giusto in caso di avviso: un avvocato ci ha consigliato di postare questo. La violazione della privacy può essere punita dalla legge. NOTA: Facebook Meta è ora un ente pubblico.”
Ancora: “DICHIARO CHE NON DO A FACEBOOK META IL MIO PERMESSO DI USARE NESSUNO DEI MIEI DATI O FOTO PERSONALI. Copia e incolla, non condividere. Sto ricevendo più post pubblicitari di vendita che post degli amici. Tieni il dito ovunque in questo post e clicca su ′′ copia “. Vai alla tua pagina dove dice “A cosa stai pensando. ” Tocca il dito ovunque nel campo vuoto. Anch’io sto disattivando!“
Leggendo attentamente il testo sopra riportato, sarebbe sufficiente il buonsenso per capire che è una fake news. Per esempio il messaggio cita nomi di presunti legali e canali televisivi come fonti della notizia, tant’è che questi elementi cercano di dare credibilità alla fake news, ma questo tipo di bufala, che oramai appare periodicamente, è stata smentita, poiché non esiste un Channel 4 News o i nomi di questi avvocati.
Inoltre il messaggio cercherebbe di proteggere la privacy degli utenti, che a quanto sembra sta molto a cuore a chi diffonde queste notizie, soprattutto per il fatto di non autorizzare l’utilizzo di foto e dati personali da parte di Meta, cosa che non è del tutto vera, in quanto per sapere come quest’ultima utilizza i nostri contenuti, come foto e video, basta accedere al Policies Center, cioè la pagina dei regolamenti di Facebook, e al punto 3.1 dei Terms of Service, si legge che la proprietà intellettuale è della persona che li pubblica, ma l’azienda può utilizzarli come vuole. E queste autorizzazioni vengono fornite al momento dell’iscrizione alla piattaforma di Zuckerberg.
Dunque non sappiamo chi abbia scritto questo testo e quali siano le motivazioni che lo hanno spinto a farlo. Possiamo supporre però che l’idea sia partita dal recente annuncio che ha fatto Meta per i soli utenti europei, ossia il pagamento di un abbonamento per Facebook e Instagram in cui non è prevista la pubblicità. Nel caso non si voglia farlo, comunque si può continuare a usarli con la pubblicità.
Anche in passato erano apparsi messaggi sempre su Facebook che trattavano diversi argomenti e privi di significato. Nel 2020 si parlava di non autorizzare le scuole a isolare i propri figli e farli prelevare dal personale sanitario se avessero avuto qualche linea di febbre. L’anno scorso non si doveva autorizzare Meta e le sue piattaforme a usare le proprie immagini, informazioni, messaggi o post in nessun caso, nemmeno quelle del passato né del futuro. Addirittura ci sono messaggi risalenti al 2009, che chiaramente sono falsi.
L’invito pertanto è quello, come per tutte le cose che riguardano per esempio l’utilizzo di dati sensibili, messaggi in cui chiedono che è stato spedito un pacco a vostro nome o di questo tipo, di fare sempre una ricerca veloce in rete e controllare che le cose che ci sono scritte siano vere e non false. Oramai dovremmo essere abituati ed aver imparato qualcosa, invece ci ricaschiamo continuamente.