A Meta costerà 725 milioni di dollari la chiusura del caso Cambridge Analytica

Il caso Cambridge Analytica ha raggiunto un nuovo step decisamente conclusivo, visto che Meta ha accettato di pagare 725 milioni di dollari per chiudere il caso Cambridge Analytica.

A Meta costerà 725 milioni di dollari la chiusura del caso Cambridge Analytica

Nelle scorse ore, Meta, la parental company e holding di piattaforme come Instagram, Messenger, WhatsApp, Facebook e Oculus, ha annunciato di aver raggiunto un accordo che porrà fine alla class action relativa al caso Cambridge Analytica.

Nel 2018, in seguito ad alcune rivelazioni, emerse come la società di consulenza politica Cambridge Analytica, legata all’ideologo di Trump, Steve Bannon, avesse ottenuto da un programmatore di app per Facebook l’accesso ai dati di 87 milioni di utenti, che poi vennero usati in appositi schemi per pubblicità politiche mirate che, secondo alcuni, avevano consentito la vittoria del miliardario repubblicano conservatore Donald Trump alle precedenti elezioni presidenziali del 2016

In seguito, Mark Zuckerberg venne criticato durante un’audizione presso il Congresso e diversi utenti intentarono una class action, motivata dal fatto che Facebook oltre a essere un social network si era comportata come una “società di intermediazione e sorveglianza dei dati“. In seguito, prima che scadessero i termini il 20 Settembre, ad Agosto Facebook raggiunse un accordo temporaneo che evitò a Zuckerberg e all’ex direttore operativo Sheryl Sandberg di essere chiamati a deporre.

Ora Meta, motivando la decisione col fatto che sia stata presa nel migliore interesse dei suoi azionisti, ha comunicato di aver raggiunto un accordo con i querelanti, in base al quale si impegna a pagare un risarcimento di 725 milioni di dollari che potrebbe evitare una causa che, nel caso si finisse in tribunale con esito negativo per Meta, porterebbe a una multa di centinaia di milioni di dollari superiore a quanto ora pattuito.

La parte dei querelanti si è detta soddisfatta sottolineando che si tratta dell’accordo “più importante mai raggiunto negli Stati Uniti per una class action riguardante la privacy“. A questo punto la prossima tappa è stata fissata in quel di Marzo, quando l’accordo dovrà essere approvato da un giudice del tribunale federale di San Francisco.

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