Quarta Repubblica, il ritorno di Nicola Porro e sul Coronavirus: "Sono stato fortunato"

"Quarta Repubblica", dopo un mese di stop, ritorna nuovamente in onda su Rete 4. Nicola Porro, nei primi minuti, ha voluto raccontare come ha passato l'ultimo periodo chiuso in casa a causa del Covid-19.

Quarta Repubblica, il ritorno di Nicola Porro e sul Coronavirus: "Sono stato fortunato"

Con un video pubblicato sui social network nel mese di marzo, Nicola Porro ha annunciato di aver contratto il Coronaviurs, e proprio per questo motivo la sua trasmissione “Quarta Repubblica” è stata sospesa a data da destinarsi. Tuttavia, a distanza di un mese, il programma ritorna nuovamente in prima serata su Rete 4.

Per il conduttore si è trattato comunque di una forma lieve di Covid-19, poiché in confronto agli altri contagiati, ha passato la sua quarantena tra le mura della propria casa senza mai rischiare la vita. Nei primi minuti di “Quarta Repubblica“, Nicola Porro ci tiene a raccontare brevemente come ha passato questo duro periodo.

Le parole di Nicola Porro

La trasmissione si apre con una dichiarazione del blogger in cui ammette schiettamente di aver passato un brutto periodo. Tuttavia, ci tiene a sottolineare di ritenersi comunque fortunato per tre motivi ben precisi che valgono sia per lui che per tutti gli italiani.

Successivamente Nicola Porro elenca questi motivi: “Il primo è ovviamente quello che il Coronavirus a me, e come ad altre persone, è stato preso in una forma non mortale, ci sono più di 16 mila persone morti in Italia, ed a loro va il nostro pensiero. Sono fortunato perché faccio il lavoro che amo, sono riuscito a farlo qua in questo studio. […] . Infine sono fortunato perché ho potuto fare più test per certificare che non ho più la malattia e quindi non posso contagiare altre”.

Proprio da queste parole Nicola Porro dà il via alla nuova puntata di “Quarta Repubblica”, dove oltre a parlare dell’emergenza Coronavirus, si discute con gli ospiti in studio anche dell’economia del nostro paese, messa in ginocchio a causa della chiusura dei negozi e delle piccole attività ritenute non fondamentali per arginare il virus.

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