Porta a Porta, solo ospiti uomini per parlare di aborto: è polemica

Nella puntata di "Porta a Porta", il dibattito sull'aborto ha visto la presenza di sette uomini, mentre le questioni di salute riproduttiva delle donne sono state discusse senza la partecipazione diretta di donne, eccezion fatta per una ecografista.

Porta a Porta, solo ospiti uomini per parlare di aborto: è polemica

La puntata di “Porta a Porta” del 18 aprile su Rai1, guidata da Bruno Vespa, ha scatenato una serie di reazioni critichedopo aver presentato un panel di discussione sull’aborto composto interamente da uomini. Questo formato ha sollevato notevoli controversie, tanto da suscitare l’indignazione di diverse figure pubbliche e dell’opinione pubblica, riflettendo un’immagine di una società ancora profondamente maschilista e patriarcale.

Durante il programma, sette uomini, tra cui politici, esperti e giuristi, hanno discusso temi sensibili come la libertà di scelta delle donne in tema di gravidanza e un emendamento controverso che permetterebbe alle regioni di coinvolgere “soggetti del terzo settore con qualificata esperienza nel sostegno alla maternità” nei consultori. Questa mossa ha suscitato un dibattito acceso, considerato da molti un tentativo di limitare l’accesso all’aborto attraverso pressioni indirette.

Le critiche non sono tardate ad arrivare. Nino Cartabellotta, medico e presidente della Fondazione GIMBE, ha espresso il suo stupore e disappunto su X (precedentemente noto come Twitter), sottolineando l’assurdità di un dibattito sull’aborto condotto esclusivamente da uomini. Ana Redondo, ministra per l’Uguaglianza spagnola, ha commentato da Madrid, criticando la decisione come parte di “una strategia dell’estrema destra” per erodere i diritti conquistati, evidenziando come tale atteggiamento danneggia la parità di genere.

La scelta di “Porta a Porta” riflette una problematica più ampia all’interno della società italiana, come evidenziato dalla recente composizione del consiglio di amministrazione dell’Agenzia italiana del farmaco (AIFA), anch’esso esclusivamente maschile, nonostante il suo ruolo chiave nella regolamentazione di farmaci che influenzano la salute riproduttiva femminile.

Le reazioni su X sono state varie e veementi, con numerosi utenti che hanno lamentato l’assenza di voci femminili nel dibattito, sottolineando quanto sia inappropriato discutere di argomenti così intimamente legati all’esperienza femminile senza un’adeguata rappresentanza di genere. La controversia sollevata dalla puntata di “Porta a Porta” serve come un chiaro promemoria del lungo cammino che ancora deve essere percorso per raggiungere una vera equità di genere nei media e nella società.

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