Piero Chiambretti contro i negazionisti: “Disgustato da chi dice che il Covid non esiste”

Avendo vissuto in prima persona il dramma del Covid, nel corso di una diretta nel programma "Giletti 102.5", Piero Chiambretti si è scagliato contro chi crede che la pandemia sia solo una macchinazione a livello internazionale.

Piero Chiambretti contro i negazionisti: “Disgustato da chi dice che il Covid non esiste”

Ho vissuto un dramma personale e ho visto con i miei occhi che cosa è il Covid in ospedale”. Con queste parole, Piero Chiambretti punta il dito contro i negazionisti che non credono all’esistenza del virus, inteso come il frutto di una macchinazione ordita per mettere in ginocchio l’economia mondiale.

Il conduttore di Tiki Taka che a marzo ha perso la madre Felicita sempre per colpa del Coronavirus, intervistato in diretta nel programma Giletti 102.5 su Rtl 102.5, non ha nascosto tutto il proprio disappunto all’idea che ci sia qualcuno che nega categoricamente l’esistenza della pandemia. Senza giri di parole ha infatti affermato di essere “sconvolto e disgustato da chi dice che il Covid non esiste”.

Ricordando che il virus è democratico perché colpisce senza guardare in faccia nessuno, il miglior protocollo che si può adottare per circoscrivere il contagio è stare attenti, rispettando alla lettera le raccomandazioni degli esperti e delle autorità. Fintantoché ci saranno assembramenti e persone che non indossano le mascherine, dal suo punto di vista nessun governo, nessun comitato tecnico scientifico e nemmeno Bill Gates potranno fare qualcosa per uscire dal guado.

Ciononostante, anche il governo non sarebbe esente da colpe. “Innanzitutto sono sorpreso che tutti sono sorpresi” ha aggiunto ricordando che già a maggio era stato lanciato l’allarme su una possibile seconda ondata nel periodo autunnale. A fronte di questa ipotesi formulata solo pochi mesi fa, in estate si ha avuto tutto il tempo per premunirsi sia a livello organizzativo che psicologico. Guardando però a quanto sta succedendo in queste settimane, “non mi sembra sia così e questa è l’unica vera grande pecca di questo governo”.

Ma le critiche non risparmiano nemmeno i virologi e il loro linguaggio giudicato non solo molto duro, ma anche capace di traumatizzare l’opinione pubblica, sempre più esposta al terrorismo mediatico. La modalità con la quale si comunicano determinate notizie rimane cruciale e influenza le abitudini di vita di un intero popolo. Se è vero che “in televisione una notizia brutta tira più di una bella”, di questo passo si rischia di creare una ferita che niente e nessuno sarà più in grado di rimarginare.

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