Le Iene, nuove rivelazioni sul delitto di Garlasco: Alberto Stasi potrebbe avere un alibi

Durante la trasmissione televisiva di Italia 1, sono stati incrociati orari e testimonianze agli atti processuali, che farebbero emergere dubbi sulle responsabilità di Alberto Stasi.

Le Iene, nuove rivelazioni sul delitto di Garlasco: Alberto Stasi potrebbe avere un alibi

A più di 12 anni dall’omicidio di Garlasco, piccola cittadina del pavese, nel quale perse la vita la 26enne Chiara Poggi, barbaramente uccisa nella sua abitazione, emergono ancora dubbi sulle responsabilità di Alberto Stasi, fidanzato della vittima e condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione quale unico responsabile del delitto.

Alessandro De Giuseppe, inviato de Le Iene, che già aveva trattato il caso qualche anno fa, prendendo spunto da una lettera di Stasi, inviata dal carcere di Bollate, nella quale il ragazzo invitava ad indagare in “un’altra direzione”, ha mostrato in esclusiva nuovi elementi che potrebbero rimettere in discussione la sentenza di condanna.

Chiara Poggi fu assassinata il 13 agosto del 2007 secondo questa ricostruzione fatta dai giudici: Alberto la mattina del delitto si reca in bici a casa di Chiara, che, tolto l’antifurto alle ore 9:12, fa entrare il suo fidanzato. Il ragazzo in seguito ad uno scatto d’ira, la colpisce più volte con un oggetto contundente, mai ritrovato, in più luoghi della casa, e abbandona il cadavere lungo la scala che porta in cantina, dove appunto viene rinvenuto il corpo senza vita della ragazza. Prima di andare via, l’assassino si reca in bagno e si lava le mani sporche di sangue e pulisce perfettamente il lavandino. Poi riprende la bici torna a casa e alle 9:35 accende il suo computer, per crearsi un alibi.

Ma, agli atti processuali, emerge la testimonianza di una vicina di casa, che, orientativamente intorno alle 9:30, passa in auto davanti alla casa di Chiara e nota le persiane delle finestre ancora chiuse. All’arrivo dei Carabinieri queste persiane però risulteranno aperte, e, come stabilito dai giudici, dovrebbe essere stata Chiara ad aprirle. Incrociando l’orario di passaggio della vicina, tra l’altro verificato con l’aggancio del suo cellulare alle celle telefoniche, e considerando che la sua testimonianza, resa in due occasioni, è stata considerata attendibile dai giudici, si ipotizza che alle 9:28 Chiara fosse ancora in vita, visto che le finestre erano ancora chiuse.

Diventa allora improbabile, se non impossibile, che Alberto abbia ucciso la sua fidanzata non prima delle 9:28 e che sia arrivato a casa sua alle 9:35, orario di accensione del suo computer. Alcune simulazioni hanno certificato che da casa di Chiara occorrono 6/7 minuti in bici per raggiungere casa di Alberto. Questo nuovo scenario scagionerebbe Alberto Stasi e riaprirebbe il caso, spostando l’ora dell’omicidio di almeno 16 minuti, tanto da diventare un alibi per il ragazzo.

Continua a leggere su Fidelity News