C’è Posta per Te, lettera pubblica contro il programma di Maria De Filippi: "Mortificazione e tristezza"

In queste ore il programma di Maria De Filippi, "C'è Posta per Te", sta attraversando un momento complicato a causa di una lettera pubblica inviata da "Special Olympics": ecco nel dettaglio.

C’è Posta per Te, lettera pubblica contro il programma di Maria De Filippi: "Mortificazione e tristezza"

C’è Posta per Te“, il programma di Maria De Filippi che tiene compagnia a milioni di italiani il sabato sera su Canale 5, è finito nell’occhio del ciclone per via di una lettera pubblica inviata dall’associazione sportiva internazionale Special Olympics” che organizza, ogni 4 anni, i Giochi Olimpici Speciali.

Al centro della questione viene posto il modo errato con cui sono stati rappresentati i protagonisti affetti dalla sindrome di Down nel programma di Maria De Filippi. Sulla pagina ufficiale di Facebook, l’associazione precisa che sono stati messi in evidenza degli “stereotipi” che potrebbero rappresentare in maniera del tutto sbagliata questa sindrome.

La lettera pubblica contro “C’è Posta per Te”

A firmare queste dichiarazioni è Alessandra Palazzotti: “Gentile Maria, dopo la puntata di Sabato sera sento, a nome di Special Olympics, l’esigenza di fare una riflessione con lei e la sua redazione”, così esordisce nella missiva il Direttore Nazionale Special Olympics.

Fermo restando il fatto che venga apprezzato come la trasmissione voglia coinvolgere questi ragazzi, il Direttore Alessandra Palazzotti, però, non riesce a non puntualizzare che “la modalità con cui viene trattato il tema vanifica questo buon proposito. Dietro 18.000 atleti, ci sono 18.000 storie fuori da ogni stereotipo, che potrebbero davvero “fare cultura”. Le assicuro, si stupirà lei stessa della meraviglia che le persone con cui lavoriamo sanno creare”.

Ciò che non viene visto di buon occhio è il fatto che si cerchi in tutti i modi di “fare simpatia” usando lo stereotipo dell’avarizia e dell’eterna fanciullezza nelle persone con Sindrome di Down: “Non fa un buon servizio ad uno spicchio di popolazione che di stereotipi è già piena“, precisa inoltre che, volendo utilizzare luoghi comuni, si poteva spostare l’attenzione su altre caratteristiche: “Grandi e infaticabili lavoratori, come delle persone che si impegnano con tutte le loro forze, per esempio, nei compiti che si affidano loro”.

Sabato sera è stato un momento per alcuni di grande inc…tura e per altri di mortificazione e tristezza”, aggiungendo che la trasmissione continua a parlare solo della sindrome di Down, che risulta essere solo il 5% delle disabilità: “Di sindromi neo natali ne abbiamo più di 250 e la disabilità intellettiva è più vasta e varia di quanto si possa pensare“. Il suo più grande timore è che con questo tipo di messaggi si torni indietro di 30 anni nel modo di affrontare la questione.

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