Una pubblicità intelligente è quella che, a conti fatti, tiene conto delle abitudini di visione degli utenti: in genere, eccessive interruzioni commerciali generano un effetto “fuga” negli spettatori e, YouTube, ben rendendosi conto di ciò, ha avviato un interessante test in merito, onde raggiungere un buon equilibrio tra le esigenze dei viewers e quelle degli inserzionisti (e, quindi, le sue).
YouTube, la celebre piattaforma di video-streaming di Google, tende (come tutte le piattaforme di contenuti multimediali) a inserire i frame pubblicitari in numero relazionato alla lunghezza dei video che li ospitano: ovviamente, ciò non fa propriamente piacere agli utenti che, infastiditi, tendono ad abbandonare la riproduzione del contenuto. Appurato questo trend, YouTube ha iniziato ad avviare una serie di iniziative in merito.
Più di due anni fa (Aprile 2016), scrive Google sul suo blog ufficiale, si erano introdotti gli annunci “bumper” (es. quelli di Atlantic Records) che, posti all’inizio del video, durano 6 secondi. In seguito, qualche giorno fa è partita un’ulteriore iniziativa, che consiste nell’offrire – a seguito di un accordo con le majors cinematografiche – una serie di film classici (in arrivo anche visioni esclusive sponsorizzate) “ad supported“, ovvero sostenute dalla pubblicità, presente con una funzione di “mecenatismo”.
In aggiunta a tale iniziativa, se n’è aggiunta un’altra, secondo la quale si è condotto un test. Quest’ultimo prevede il collaudo (in primis sulla versione desktop, ma anche sugli smartphone via app, e poi sulle TV tramite l’apposito spin-off, della “back-to-back” mode, ovvero del posizionamento di due spot in una medesima pausa pubblicitaria, con la possibilità di passare direttamente al contenuto qualora non fossero di gradimento, ma con la conseguenza che – se visti entrambi – si avrebbe una minor presenza (fino al – 40%) di altre interruzioni pubblicitarie a riproduzione in corso.
Secondo i primi risultati emersi, un sistema del genere assicurerebbe agli inserzionisti financo un + 11% nella visibilità dei loro prodotti, in considerazione del fatto che gli utenti sembrano intuire che, nel notare più spot accorpati in una sola pausa, ne incontreranno di meno più avanti e, quindi, sono più predisposti a visionarli.