TikTok ricorre contro i provvedimenti di Trump

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump porta avanti la sua idea di vietare nel suo paese l’utilizzo dell’app TikTok perché considerata una possibile minaccia. La società di TikTok a sua volta fa causa all’amministrazione di Trump.

TikTok ricorre contro i provvedimenti di Trump

Da tempo il presidente Trump con la sua amministrazione sta portando avanti una battaglia per la chiusura del servizio app di TikTok negli Stati Uniti. Infatti, il presidente ha dichiarato che l’applicazione social made in China prossimamente sarà vietata nel suo Paese e non vuole che una società americana si impossessi di TikTok, in riferimento a Microsoft che voleva comprarsi l’app dell’azienda pechinese ByteDance.

Ma ora arriva la risposta di TikTok e della sua società controllante che decide di fare causa all’amministrazione politica americana perché l’app non rappresenta una minaccia per gli Stati Uniti. Secondo l’amministrazione, l’app di fattura cinese potrebbe essere un’arma per carpire informazioni sensibili dagli utenti, dati che poi potrebbero essere inviati al partito del regime comunista cinese.

ByteDance ha più volte chiarito che non ci sono comunicazioni di dati sensibili fra i due server (uno negli Stati Uniti e l’altro a Singapore) e che non comunica questi dati col partito comunista. Ma i dubbi non li hanno solo gli USA, ma anche altri stati tra cui l’India (dove l’app è stata vietata insieme ad altre) e la Corea del Sud (dove la proprietà dell’app è stata multata per violazioni della privacy), e anche degli esperti privati di informatica che raccomandano di non installare TikTok.

Le persone che sono meno esperte hanno incominciato a scaricare delle applicazioni in grado di capire se qualcuno entri in contatto con i dati personali e si è notato che TikTok prelevava le parole quando venivano scritte sul momento sui dispositivi mobili con dati che vengono memorizzati sui server cinesi tramite ISP di Alibaba.

Diverse persone pensano che TikTok davvero raccolga delle informazioni e non si sa ancora il perché effettivo di questa raccolta mondiale. Può essere che la Cina voglia sapere come trascorriamo la giornata, cosa ci piace fare ma soprattutto rivoltare a noi stessi le nostre preferenze. 

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