Spotify, la celebre piattaforma di streaming audio acquartierata in Svezia, nelle scorse ore ha riferito del varo di un’importante novità, relativa al varo per tutti, in alcuni mercati, dei podcast video: intanto, la piattaforma si avvia a perdere una delle collaborazioni principe del suoi bouquet di podcasters, visto che i coniugi Obama non rinnoveranno il loro accordo di trasmissione.
Nel mentre progettavano la loro vita fuori dalla Casa Bianca, i coniugi Obama – nel 2019 – hanno stretto un accordo, tramite la loro società di produzione Higher Ground, con Spotify per produrre diversi programmi in forma di podcast: a partire da quel momento, sono stati pubblicati grandi successi, come “Renegades: Born in the USA”, in cui l’ex presidente chiacchierava con Bruce Springsteen, e “The Michelle Obama Podcast”, ove la sua dolce metà, Michelle, conversava sul tema delle relazioni con amici e parenti.
La collaborazione in questione, secondo fonti vicine alle negoziazioni che hanno preferito mantenere l’anonimato, sarebbe sul punto di non essere rinnovata: tra le motivazioni, vi sarebbe la contrarietà della coppia alla formula contrattuale di Spotify, che prevede un’esclusività che per gli Obama limiterebbe il loro pubblico, il fatto che poche delle loro proposte (appena 5) sarebbero state accettate dalla piattaforma svedese, senza contare che i programmi degli Obama sono in tiratura limitata, mentre altre trasmissioni di successo (es. SmartLess) vanno in onda a cadenza settimanale. In più, l’idea di Higher Ground sarebbe stata quella di usare Spotify per programmi con una certa pluralità di voci, mentre a Spotify interesserebbero solo programmi con i due celebri coniugi, tanto solo a Gennaio è andato in onda “The Big Hit Show”, una trasmissione in cui non compariva nemmeno l’ex presidente.
In conseguenza di ciò, con Spotify che si sarebbe ritirata dalle trattative (posto che i programmi degli Obama, in assenza di esclusività, arriverebbero comunque nella sua piattaforma), ai due ex inquilini di White House non è rimasto che cercare un’altra casa per i propri podcast, con trattative, per un accordo da decine di milioni di dollari, intavolate con iHeartMedia e Audible di Amazon.
Passando a novità più concrete, Spotify ha comunicato, dopo che la cosa era possibile in precedenza solo per alcuni utenti selezionati, che ora tutti i creators, in mercati come Canada, USA, UK, Nuova Zelanda e Australia (e prossimamente in Europa), possono caricare gratuitamente dei video-podcast, usando il servizio Anchor, che fornisce anche le metriche sul traffico generato e gli ascolti, e opportunità di monetizzare (altre ne saranno aggiunte nei prossimi mesi) i contenuti caricati.
Secondo quanto comunicato dalla piattaforma, i creators potranno anche convertire in video podcast quelli già esistenti solo audio e aumentare il coinvolgimento del pubblico con sessioni di domande e risposte e sondaggi: d’altro canto, gli utenti, uscendo dall’app nel mentre un video podcast è in riproduzione, potranno anche proseguirne la fruizione in background, in forma solo audio.