Spotify ha mantenuto una delle promesse più discusse della sua storia: l’audio lossless è finalmente realtà. Dopo otto anni di attese e rinvii, la piattaforma di streaming musicale più utilizzata al mondo ha iniziato la distribuzione di tracce in qualità senza perdita, mettendo così fine a una lunga saga che aveva generato non poca frustrazione tra gli utenti.
La novità più sorprendente è che l’audio lossless sarà incluso senza costi aggiuntivi per tutti gli abbonati a Spotify Premium, contrariamente alle voci che per anni avevano ipotizzato un piano dedicato chiamato “HiFi” a prezzo maggiorato. Le prime indiscrezioni risalgono al 2017, mentre nel 2021 Spotify aveva ufficialmente annunciato un arrivo “imminente” della funzione, mai concretizzatosi.
Nel frattempo, concorrenti come Apple Music, Tidal e Qobuz avevano fatto passi da gigante introducendo la musica in alta risoluzione, consolidando la percezione che Spotify fosse rimasta indietro. Ora, invece, la piattaforma ha compiuto il passo atteso, confermando che entro ottobre il rollout raggiungerà 50 mercati, con una partenza da Stati Uniti, Regno Unito, Germania e Giappone. Gli utenti idonei riceveranno una notifica all’interno dell’app e potranno attivare la funzione direttamente dalle impostazioni.
Una volta abilitata, comparirà un indicatore “lossless” sia nella schermata di riproduzione sia nel menu Connect per i dispositivi compatibili. Al momento, il supporto riguarda hardware di marchi come Sony, Bose, Samsung e Sennheiser, mentre Sonos e Amazon saranno integrati a partire dal mese prossimo.
Dal punto di vista tecnico, l’audio lossless di Spotify utilizza il formato FLAC e arriva fino a 24-bit / 44.1 kHz, che corrisponde alla qualità CD. Si tratta senza dubbio di un grande miglioramento rispetto alla compressione attuale, ma resta un gradino sotto rispetto a servizi come Apple Music e Tidal, che offrono audio Hi-Res fino a 24-bit / 192 kHz. Tuttavia, per la maggior parte degli ascoltatori la differenza sarà difficile da percepire senza un impianto audio di livello professionale.
L’introduzione del lossless segna un punto di svolta non solo per Spotify, ma per l’intero mercato dello streaming musicale. Adesso, l’unico grande servizio a non offrire ancora questa tecnologia resta YouTube Music, per il quale Google non ha annunciato piani specifici. È probabile che il colosso di Mountain View non potrà rimanere fermo troppo a lungo, visto che la qualità audio è diventata un fattore sempre più importante per gli utenti.