Zuckerberg, anche in Brasile (come in India), non se la passa bene. Dopo l’arresto del vicepresidente di Facebook per l’America Latina per aver ostacolato alcune indagini, è arrivata l’ennesima sospensione per Whatsapp (di proprietà di Facebook dal 2014) nella terra carioca: anche in questo caso il black-out è durato poco ma il grintoso Mark non ci sta e ha invitato a dimostrare davanti al Parlamento di Brasilia.
Già nel Dicembre del 2015 un togato del Tribunale di Sao Bernardo do Campo ordinò la sospensione di Whatsapp, all’epoca per 48 ore, perché il celebre messenger non aveva rivelato il contenuto di alcuni scambi messaggistici tra un paio di indagati. Un giudice di San Paolo, poi, sospese il provvedimento dopo una manciata di ore.
A Marzo, poi, il giudice Marcel Montalvao – del tribunale di Lagarto (nord est del Brasile) – decretò l’arresto di Diego Dzoda, vicepresidente di Facebook per l’America Latina, che – in un processo per traffico di stupefacenti – si era rifiutato di concedere l’accesso ai dati del noto social network. L’accusa: aver ostacolato le indagini.
Ora, lo stesso Marcel Montalvao ha ordinato agli operatori telefonici locali, mobili e residenziali, di sospendere l’accesso a Whatsapp per 72 ore a partire dal 2 di Maggio: le motivazioni non sono state rese note ma, a quanto pare e secondo quanto confermato dal numero 1 di Whatsapp, anche il nuovo provvedimento potrebbe essere legato al precedente processo relativo al traffico di droga.
Le compagnie telefoniche TIM, Oi, Vivo, Claro e Nextel hanno prontamente attuato la misura restrittiva imposta loro, per evitare di incorrere in una multa giornaliera di circa 125 mila euro. Fortunatamente, un altro giudice brasiliano – ascoltando l’appello lanciato da Zuckerberg – ha deciso di sospendere il provvedimento di cui sopra prima della sua naturale scadenza.
Zuckerberg, sul suo profilo ufficiale, si è detto felice che Whatsapp fosse tornato online ma si è detto scandalizzato che in un Paese democratico si possa bloccare uno dei sistemi preferiti dagli utenti per le loro comunicazioni. Per questo motivo, il CEO di Facebook e proprietario di Whatsapp, ha invitato gli utenti brasiliani di Whatsapp a partecipare al Freedom Caucus che si è tenuto nella serata del 4 Maggio, davanti al Parlamento, per chiedere ai legislatori brasiliani il varo di leggi che vietino la chiusura di servizi internet come Whatsapp.
Da segnalare, infine, che lo stesso Joao Rezende, presidente dell’AGCOM locale, ha spiegato che, certo Facebook deve attenersi alle disposizioni della magistratura, ma il blocco di Whatsapp è una misura sproporzionata perché a rimetterci, poi, sono gli utenti…