Microsoft rinnova l’esperienza Windows: editor “Edit” moderno, aggiornamenti senza riavvio e più personalizzazione su Windows 11

Microsoft lancia un editor di testo open source e multipiattaforma, attiva l’hotpatching per aggiornamenti senza riavvio in Windows 11 e introduce la possibilità di spostare gli indicatori di volume e luminosità, estendendo nel contempo il supporto a Windows 10 con nuove condizioni.

Microsoft rinnova l’esperienza Windows: editor “Edit” moderno, aggiornamenti senza riavvio e più personalizzazione su Windows 11

Microsoft continua a sorprendere con novità che bilanciano innovazione e rispetto per le esigenze degli utenti. A trent’anni dal suo debutto, l’editor di testo MS-DOS “Edit” torna in una versione moderna, multipiattaforma e open source, sviluppata in Rust, che migliora sensibilmente funzionalità e performance. Contemporaneamente, Windows 11 introduce aggiornamenti di sicurezza senza riavvio immediato grazie all’hotpatching, una svolta pensata soprattutto per ambienti aziendali, mentre gli utenti possono finalmente personalizzare la posizione degli indicatori di volume e luminosità sullo schermo, aumentando così la comodità d’uso. Inoltre, Microsoft estende di un anno il supporto a Windows 10, ma con condizioni legate all’uso del backup cloud, segno di una strategia che punta a guidare la transizione verso Windows 11 senza però abbandonare chi ha esigenze diverse. Queste novità riflettono l’attenzione costante verso un’esperienza utente più fluida, sicura e personalizzabile, in un mercato sempre più esigente e variegato.

In primis, Microsoft sorprende ancora una volta con un ritorno inatteso e un aggiornamento pratico per Windows 11, dimostrando di saper coniugare innovazione e rispetto per la tradizione. A trent’anni dal debutto originale, l’editor di testo MS-DOS, noto semplicemente come “Edit“, torna in una veste moderna e multipiattaforma, compatibile con Windows, macOS e soprattutto Linux. Questo remake, sviluppato nel linguaggio Rust, è sorprendentemente leggero, con un file eseguibile di appena 250 KB, ma conserva l’immediatezza e la semplicità che hanno reso celebre l’originale, introducendo al contempo funzionalità aggiornate come il supporto completo allo standard Unicode, l’integrazione delle espressioni regolari per facilitare ricerche avanzate nei testi e la capacità di gestire file di dimensioni molto grandi, anche di diversi gigabyte, un limite impensabile per il primo Edit degli anni ’90, che invece faticava a lavorare con file superiori ai 300 KB.

L’editor è nato principalmente per rispondere a una specifica esigenza delle versioni a 64 bit di Windows, che, a differenza delle precedenti versioni a 32 bit, non includono più un editor di testo predefinito per l’interfaccia a riga di comando (CLI). Questo vuoto, che aveva spinto molti utenti a rivolgersi a soluzioni di terze parti o a editor più complessi come Vim o Nano, viene così colmato da Microsoft con uno strumento leggero, intuitivo e versatile, pensato sia per gli utenti esperti che per i neofiti.

Non meno importante è la sua natura open source, che permette alla comunità di sviluppatori di contribuire al suo miglioramento e adattamento alle diverse piattaforme.

Inoltre, Microsoft ha ufficialmente introdotto la funzionalità di hotpatching su Windows 11, rendendo predefinita la possibilità di applicare aggiornamenti di sicurezza senza dover riavviare immediatamente il dispositivo. Questa novità, attiva per le nuove policy di aggiornamento create tramite Windows Autopatch e gestite da Microsoft Intune, punta a migliorare la conformità alla sicurezza riducendo al minimo i tempi di inattività, soprattutto negli ambienti aziendali. Dal 23 giugno 2025, le organizzazioni potranno quindi beneficiare di aggiornamenti più rapidi e senza interruzioni forzate, anche se per le policy esistenti l’attivazione di questa funzione dovrà essere fatta manualmente dagli amministratori IT. Questa evoluzione rappresenta un passo importante per ottimizzare la gestione degli aggiornamenti in ambito professionale, con un impatto positivo sulla produttività e la sicurezza dei dispositivi Windows 11.

Parallelamente, Microsoft ha introdotto una funzionalità attesissima dagli utenti di Windows 11: la possibilità di spostare gli indicatori di volume e luminosità sullo schermo. Fino a oggi, questi pop-up comparivano per impostazione predefinita centralmente lungo il bordo inferiore del display, un posizionamento che non sempre si adattava alle preferenze o all’usabilità dei singoli utenti. Con l’ultima build Insider (26200.5661), rilasciata nel Dev Channel, è ora possibile spostare questi indicatori in alto al centro oppure nell’angolo in alto a sinistra dello schermo. Questa opzione, semplice ma molto richiesta, consente una personalizzazione maggiore dell’esperienza d’uso, aiutando a evitare che i pop-up interferiscano con altri elementi grafici o distraggano durante l’utilizzo del PC.

La scelta di escludere l’angolo in alto a destra è probabilmente legata alla presenza dei pulsanti di controllo delle finestre (riduci a icona, massimizza/minimizza e chiudi) che si trovano in quell’area, ma Microsoft non esclude di poter aggiungere in futuro ulteriori posizioni in base al feedback degli utenti. È importante sottolineare che questa personalizzazione riguarda esclusivamente i pop-up nativi di Windows 11, ovvero quelli relativi a volume, luminosità, modalità aereo e desktop virtuali.

I pop-up gestiti dal software dei produttori hardware, come quelli per il blocco della fotocamera o la retroilluminazione della tastiera, continueranno a mantenere il loro posizionamento e grafica originale. Infine, la build Insider include altre novità, tra cui aggiornamenti per l’app Recall, miglioramenti nelle impostazioni di lingua e località e nuove funzionalità per gli amministratori di sistema che ora possono fissare applicazioni a Start in modo temporaneo, lasciando comunque agli utenti la possibilità di rimuoverle. Questi aggiornamenti, seppur meno evidenti, confermano l’impegno di Microsoft nel migliorare costantemente l’esperienza utente e la gestione del sistema operativo, tenendo conto anche delle richieste della community.

Infine, Microsoft ha sorpreso gli utenti annunciando un’estensione di un anno del supporto a Windows 10, con aggiornamenti di sicurezza garantiti fino a ottobre 2026. Tuttavia, questo beneficio è riservato esclusivamente a chi utilizza l’app Windows Backup per sincronizzare il proprio sistema online tramite un account Microsoft, sfruttando lo spazio cloud di OneDrive. Chi continua a preferire un account locale dovrà invece sostenere un costo di circa 30 dollari a dispositivo o utilizzare 1.000 punti Microsoft Rewards per accedere a questo supporto extra. La funzionalità Windows Backup consente di salvare impostazioni, credenziali, file e app, rendendo l’esperienza più fluida e protetta, ma implica un’integrazione cloud che non tutti gli utenti potrebbero voler adottare. L’estensione non riguarda invece le aziende, che hanno regole e prezzi differenti, né i sistemi virtualizzati o cloud, che riceveranno automaticamente il supporto. Nonostante la spinta verso Windows 11, gran parte degli utenti continua a utilizzare Windows 10, anche per limitazioni hardware imposte dal nuovo sistema operativo, come l’obbligo del TPM 2.0, lasciando Microsoft davanti alla sfida di supportare un vasto parco macchine con esigenze molto diversificate.

Continua a leggere su Fidelity News