Meta continua a consolidare la propria leadership nell’universo digitale, puntando su un equilibrio tra innovazione e controllo. Le ultime novità ne sono la prova concreta.
WhatsApp introduce limiti ai messaggi non ricambiati
Con l’aggiornamento beta 2.25.31.5 per Android, WhatsApp ha iniziato a testare una funzione che cambierà il modo in cui gli utenti interagiscono con i contatti nuovi o non rispondenti. La piattaforma, infatti, sta sviluppando un sistema che limita il numero di messaggi che possono essere inviati in chat dove l’interlocutore non ha ancora replicato. L’obiettivo è chiaro: ridurre lo spam e migliorare la qualità delle comunicazioni. Secondo quanto riportato da WABetaInfo e confermato da TechCrunch, questa novità rappresenta un passo importante nella lotta contro la messaggistica indesiderata, sia per gli utenti privati sia per le aziende. Il limite sarà mensile e riguarderà solo le conversazioni avviate da chi non riceve risposta, mentre le chat attive non subiranno alcuna restrizione.
WhatsApp ha inoltre assicurato che sarà possibile continuare a ricevere messaggi, effettuare chiamate e rispondere liberamente alle conversazioni in corso. Gli utenti potranno verificare il proprio conteggio mensile nelle impostazioni dell’app e, in caso di necessità, richiedere un’eccezione attraverso un modulo dedicato. Questa opzione consentirà, ad esempio, a professionisti o imprese di motivare un uso più intensivo dei messaggi per scopi lavorativi, mantenendo un equilibrio tra privacy e comunicazione legittima. Al momento non è stato specificato il numero esatto di messaggi consentiti, ma la funzione è già in fase di test e dovrebbe essere distribuita ufficialmente nelle prossime settimane. Secondo le fonti interne, WhatsApp vuole garantire che la nuova regola venga introdotta gradualmente e con criteri chiari, per evitare impatti indesiderati sull’esperienza quotidiana degli utenti.
Meta chiude le porte ai chatbot AI su WhatsApp: una svolta per il controllo dell’ecosistema digitale
Meta ha ufficializzato una decisione destinata a cambiare profondamente il panorama delle interazioni basate su intelligenza artificiale: dal 15 gennaio 2026 non sarà più consentito utilizzare l’API Business di WhatsApp per creare chatbot o assistenti AI che rappresentino la funzione principale del servizio offerto. In pratica, le aziende che sviluppano modelli linguistici di grandi dimensioni o piattaforme di intelligenza artificiale generativa non potranno più utilizzare numeri WhatsApp per interagire direttamente con gli utenti, come accade oggi con alcuni sistemi sperimentali di OpenAI, Perplexity e altri operatori del settore.
Negli ultimi mesi, l’uso di WhatsApp come canale di accesso rapido a chatbot AI si era diffuso rapidamente, soprattutto in Paesi dove l’app di messaggistica gode di un’esenzione dai costi dati o viene considerata il principale mezzo di comunicazione digitale. L’immediatezza dell’interfaccia e l’enorme bacino di oltre 3 miliardi di utenti attivi avevano reso la piattaforma un terreno ideale per diffondere assistenti virtuali conversazionali. Tuttavia, con l’aggiornamento dei termini d’uso, Meta intende riaffermare il controllo sul proprio ecosistema, spingendo l’utilizzo dell’intelligenza artificiale interna, rappresentata dai propri assistenti Meta AI già in fase di integrazione su Messenger, Instagram e WhatsApp stesso.
La nuova policy distingue chiaramente tra chatbot di uso generale e strumenti AI “accessori” o “complementari”. In altre parole, le aziende potranno continuare a utilizzare l’AI su WhatsApp solo se la tecnologia svolge un ruolo di supporto all’assistenza clienti, come nel caso di risposte automatiche o suggerimenti di testo, ma non se costituisce il nucleo principale del servizio offerto. Tale distinzione mira a evitare che WhatsApp diventi una piattaforma concorrente diretta dei grandi modelli linguistici esterni, preservando l’integrità commerciale e la sicurezza dei dati all’interno dell’ambiente Meta.
Le prime conseguenze si stanno già manifestando: OpenAI ha annunciato che il proprio canale WhatsApp sarà disattivato con l’entrata in vigore del divieto, mentre Perplexity non ha ancora chiarito la propria posizione, pur mantenendo attive le alternative su Telegram e X. Con questa mossa, Meta definisce un nuovo equilibrio tra apertura tecnologica e controllo proprietario, segnando una svolta nel modo in cui le grandi piattaforme di comunicazione intendono gestire l’interazione tra utenti e intelligenza artificiale nei prossimi anni.
Meta rafforza la sicurezza online per gli anziani con nuovi strumenti anti-truffa
Meta ha annunciato un pacchetto di strumenti e iniziative dedicate alla prevenzione delle truffe online su WhatsApp, Messenger, Facebook e Instagram, con particolare attenzione agli utenti senior. Su WhatsApp, ad esempio, gli utenti riceveranno avvisi quando tentano di condividere lo schermo con contatti sconosciuti durante le videochiamate, prevenendo la divulgazione involontaria di dati sensibili come codici di verifica o informazioni bancarie. Messenger sta testando sistemi di rilevamento delle truffe basati su intelligenza artificiale: messaggi sospetti inviati da nuovi contatti vengono segnalati e gli utenti possono sottoporli a revisione AI, ricevendo indicazioni sulle azioni più sicure, come bloccare o segnalare l’account. Facebook, Messenger e WhatsApp supportano l’uso di Passkey per l’accesso sicuro tramite impronta digitale, riconoscimento facciale o PIN, mentre strumenti come Security Checkup e Privacy Checkup guidano gli utenti senior nel rafforzare le impostazioni di sicurezza e privacy. Meta collabora con forze dell’ordine e partner del settore, estendendo iniziative come la campagna indiana ‘Scams Se Bacho’ e il progetto Saksham Senior, offrendo formazione digitale nelle case di riposo e comunità locali. Nel primo semestre 2025, l’azienda ha bloccato circa 8 milioni di account legati a reti di truffa internazionali e oltre 21.000 profili che si spacciavano per assistenza clienti. Le raccomandazioni per gli utenti più anziani includono cautela con messaggi e chiamate non richieste, verifica delle informazioni tramite contatti fidati e utilizzo di canali ufficiali. Con gli anziani che negli USA hanno perso 4,8 miliardi di dollari a causa di frodi nel 2024, le iniziative di Meta mirano a proteggerli e a fornire strumenti concreti per riconoscere, evitare e segnalare le truffe online.
Meta AI cresce grazie al nuovo feed “Vibes”
Parallelamente, Meta sta vivendo un periodo di forte espansione con la propria app di intelligenza artificiale. Secondo i dati di Similarweb, al 17 ottobre l’app Meta AI ha raggiunto 2,7 milioni di utenti attivi giornalieri, con un aumento del 250% rispetto al mese precedente. Il merito di questo successo è attribuito al lancio del feed “Vibes”, una sezione che consente di esplorare brevi video generati dall’AI, rendendo l’app un vero e proprio hub creativo. “Vibes” permette agli utenti di interagire con contenuti dinamici, sperimentando le capacità generative dei modelli di Meta. Questo formato, ispirato ai social network ma arricchito dall’intelligenza artificiale, ha rapidamente conquistato l’attenzione del pubblico, trasformando l’app in uno spazio di intrattenimento interattivo.
Secondo l’analisi di Similarweb, la crescita di Meta AI è coincisa con l’introduzione del nuovo feed, segno di una risposta immediata da parte degli utenti. L’aumento dell’interesse per Meta AI avviene in un contesto di forte competizione nel settore, dominato da piattaforme come ChatGPT, Grok e Perplexity. Tuttavia, mentre queste hanno registrato un calo di utenti nel periodo analizzato, Meta AI ha guadagnato terreno grazie al suo approccio visivo e accessibile. La strategia di OpenAI, che mantiene l’accesso a Sora su invito, potrebbe aver contribuito indirettamente al successo dell’app di Meta, offrendo a molti curiosi un’alternativa immediata.