Qualche giorno fa, i telegiornali italiani hanno dato notizia dell’installazione in alcuni Licei del Nord Italia di un POS nel quale gli studenti, muniti di badge, potevano certificare la loro presenza a scuole e l’orario di ingresso/uscita dall’istituto scolastico. Qualcosa del genere, per favorire la partecipazione e per contrastare la dispersione scolastica degli studenti è nato anche negli USA dove l’applicazione Kinvolved si occuperà proprio di contrastare le assenze a scuola.
L‘iniziativa in questione è nata per mano dell’ex insegnante Miriam Altman che, da giovane, aiutava spesso il padre nella sua attività commerciale digitalizzando, per lui, i vari bigliettini da visita. Dopo l’università, Miriam è stata scelta per il progetto “Teach for America”, finalizzato a reperire insegnanti per le scuole più difficili di New York, e si è resa conto che le cose non erano come ai suoi tempi: una volta, quando ci si assentava da scuola, una telefonata avvertiva i genitori che, poi, sollecitavano i figli a non ripetere l’assenza. In diverse scuole newyorkesi, ad esempio ad Harlem, le cose non andavano così: spesso i genitori non erano nemmeno consapevoli delle assenze dei propri figli e, quindi, non li sollecitavano: risultato? Questi ultimi perdevano affezione verso la scuola. Eppure sarebbe bastato poco, ovvero che qualcuno dimostrasse loro di tenere al fatto che venissero a scuola a seguire le lezioni.
Da qui nacque l’idea, dopo un corso di specializzazione, di fondare una start-up che, pienamente finanziata a suon di fondi, ha sfornato proprio l’applicazione per smartphone Kinvolved (kids=ragazzi, involved=coinvolti) il cui funzionamento è molto semplice. Le scuole che aderiscono al progetto di Miriam installano tale app sugli smartphone degli insegnanti che ne fan richiesta: questi ultimi creano un profilo per ogni studente nel quale segnano le presenze, le assenze ed i ritardi. Le statistiche sui minuti persi e sulla percentuale di assenze vengon poi comunicate ai genitori quando ve ne fosse bisogno. Anche il trend dei voti viene registrato sull’app dei professori i quali, quindi, possono avvertire i genitori di un calo di rendimento, o di un ravvedimento scolastico: ovviamente le notifiche per eventi ed attività extracurricolari passano sempre per le app e costringono i genitori non solo a doversi interessare dei propri figli, ma anche a dover familiarizzare con quelle tecnologie a questi ultimi ormai tanto care.
Secondo le prime stime, sembra che siano stati mandati oltre 500 mila messaggi (in varie lingue) da quando l’app è stata distribuita ad un consorzio di scuole newyorkesi: per il momento, spiega Miriam Altman ci si è fermati alla realtà americana per questioni burocratiche, legali ed amministrative. Però non si esclude, in futuro, di farne uno strumento più “internazionale”: i risultati, comunque, parlano per sé visto che molti insegnanti muniti di Kinvolved spiegano come sia migliorato l’approccio con i genitori, la comunicazione in classe ed il coinvolgimento degli studenti.
Ah la privacy. Qualora ve lo stiate chiedendo, Kinvolved ha aderito al programma “Student Privacy Pledge”, il che vuol dire che tutti i dati che tale app raccoglie e tratta sono esclusivamente finalizzati ad uno scopo educativo (e, quindi, non violano la riservatezza degli studenti, né vengono usati per discriminarli).