Passata armi e bagagli sotto le insegne di Facebook, la popolarità di Instagram è cresciuta notevolmente, così come i problemi della nota piattaforma di photo-sharing in fatto di stabilità e di tutela della privacy, come dimostrato da alcuni episodi recentemente impostisi all’attenzione generale.
Non più di qualche giorno fa, Instagram aveva subito un nuovo down che impediva di aggiornare il NewsFeed a coloro che dovevano riconnettersi al proprio account: dopo qualche ora, il team di Menlo Park, nello scusarsi per quanto accaduto, riferiva che la situazione era tornata alla normalità, senza aggiungere molti altri dettagli.
Evidentemente, la soluzione adottata non dev’essere stata definiva visto che anche ieri, secondo quanto appurabile su DownDetector, Instagram ha subito notevoli contrattempi, intorno alle 9.17 di sera negli Stati Uniti: nel caso specifico, le difficoltà degli utenti si concentravano nuovamente e prevalentemente (75%) nell’aggiornare il NewsFeed, sebbene non mancassero segnalazioni anche in merito a inconvenienti con le Storie (20%) e con il log-in in generale (3%).
Anche sul piano della privacy, la celebre applicazione di photo-sharing del gruppo Facebook non si fa mancare nulla, come riportato mediaticamente da Engadget, secondo il quale il nuovo scandalo sulla riservatezza personale (ancora non quantificabile nel numero delle vittime coinvolte) sarebbe partito da un’inchiesta del portale Business Insider.
Quest’ultimo, in particolare, avrebbe scoperto come l’agenzia di marketing Hyp3r abbia raccolto vagonate di dati personali, senza autorizzazione, a scopo di profilazione pubblicitaria basata tanto sui gusti degli utenti quanto sulla loro posizione geografica: a quanto pare, l’azione illecita sarebbe stata possibile sfruttando un framework chiuso da Menlo Park in seguito al caso Cambridge Analytica (per il quale vi è stata una super sanzione) che, grazie ad un intervallo di sicurezza, ha continuato a funzionare, permettendo a Hyp3r di raccogliere dati come la posizione geografica tratta dai post pubblici, e interi profili, comprensivi di Storie pubbliche, biografie, ed elenco dei follower.
Interpellata in merito, Hyp3r ha fatto sapere di non aver mai avuto accesso ai dati privati degli utenti, e che quanto fatto non solo ne rispettava la privacy, ma era anche conforme alle policy di uso di Menlo Park che, però, sull’argomento, la pensa diversamente, tanto da aver bannato l’interlocutore dal circuito pubblicitario di Instagram, e da aver preso provvedimenti affinché simili episodi non abbiano più a ripetersi.