A inizio anno, una ricerca condotta dal Center for Countering Digital Hate destò molto scalpore attorno a Instagram evidenziando come le funzioni di tutela della piattaforma non fossero riuscite a tutelare le donne di alto profilo dal ricevere messaggi diretti basati su immagini sessuali (cyberflashing), con la funzione delle parole nascoste che non filtrava del tutto termini offensivi come “cagna“. A quanto pare, da quel momento, il photo sharing di Adam Mosseri si è messo a lavoro per una soluzione ad hoc.
A darne conto è il programmatore e leaker Alessandro Paluzzi che, secondo XdaDevelopers, ha scovato nel codice nell’app di Instagram dei riferimenti, con tanto di schermata illustrativa, inerenti a una funzione in sviluppo col nome di “Nudity protection“.
Tale feature, nello specifico, come spiegato dallo screenshot condiviso, celerà le immagini contenenti nudità arrivate nei messaggi diretti: l’utente le troverà sempre nascoste, a meno che non decida manualmente di visualizzarle: a tutela della privacy dell’utente viene precisato che Instagram non potrà vedere tali foto, e che – per coprirle – verrà usata la tecnologia del dispositivo dell’utente (niente invio in remoto, presumibilmente). Interpellata in merito dal portale The Verge, nelle scorse ore, Meta, la parental company di Instagram, si è pronunciata sulla scoperta.
Nello specifico, la portavoce Liz Fernandez ha spiegato che la funzione in questione è effettivamente in sviluppo con altri dettagli sulla stessa che saranno forniti man mano che, da qui alle settimane a venire, ci si avvicinerà al test pubblico della funzione che, però, al momento del varo, non sarà attivata di default, prevedendo un meccanismo opt-in a base volontaria: nel frattempo, l’occasione è stata comunque colta per precisare, come rassicurazione di rito, che Meta non può leggere i messaggi degli utenti, e che non li condivide con terze parti.
In più, la portavoce di Meta ha aggiunto che, nello sviluppare la funzionalità appena scoperta, sta collaborando con diversi esperti per far sì che gli utenti abbiano il controllo sui messaggi che ricevono, all’insegna di un’opportunità bilanciata con la necessità che tali “nuove funzionalità preservino la privacy delle persone“.