Immuni vicina ai 3 milioni di download, ma quando diverrà davvero efficace?

L’applicazione Immuni, pensata per arginare la pandemia da COVID-19, è stata scaricata da quasi 3 milioni di persone: abbastanza per essere davvero utile?

Immuni vicina ai 3 milioni di download, ma quando diverrà davvero efficace?

Da un bel po’ di tempo a questa parte non si fa altro che parlare di Immuni, l’applicazione gestita dal ministero della Salute (sviluppata da Bending Spoons) pensata per arginare la pandemia da COVID-19. Per i pochi che non sapessero di cosa stessimo parlando, Immuni è un’applicazione totalmente gratuita che, riassumendo, vi avvisa qualora aveste avuto un contatto ravvicinato con una persona positiva al COVID-19.

Qualora foste voi portatori del virus, invece, l’applicazione invierà le informazioni di avvenuto contatto a tutti coloro che hanno a loro volta Immuni, permettendo così una gestione efficace della pandemia. È notizia di poche ore fa che l’applicazione stia per raggiungere un traguardo molto importante, specie se si considera la sua giovane età.

Immuni vicina ai 3 milioni di download, ma ne servono molti di più

Come appena anticipato, Immuni è quasi arrivata al traguardo dei tre milioni di download, 2 milioni e 780 mila per essere precisi. La curva dei download ha visto un notevole incremento di 500.000 utenti negli ultimi due giorni, dopo che l’app è stata resa disponibile in tutto il territorio nazionale. Sebbene tali risultati siano davvero notevoli, sorge una domanda spontanea: quanti utenti sono necessari affinché Immuni sia davvero utile alla popolazione?

Una possibile risposta è già arrivata dall’Università di Oxford, la quale sostiene che l’applicazione debba essere posseduta almeno dal 50% della popolazione italiana. Di conseguenza, mancherebbero all’appello altri 27 milioni di utenti, ma la situazione potrebbe dover essere analizzata sotto un’altra prospettiva. Stefano Denicolai, professore dell’Università di Pavia, sostiene che sia fondamentale fare una relazione tra la quantità di utenti e la specifica localizzazione geografica.

Lo stesso professore ipotizza che anche se il livello di adozione a livello nazionale dovesse sfiorare il 25%, ci saranno comunque delle zone in cui la diffusione sarà molto maggiore (anche al 40%). Ricordiamo, infatti, che ci sono località in cui è estremamente necessaria la presenza di utenti con Immuni (pensiamo alle grandi città oppure alle zone maggiormente colpite dalla pandemia) e altre località dove, invece, non è fondamentale avere utenti con tale applicazione installata sul proprio smartphone.

In ogni caso, rimane fondamentale che Immuni sia diffusa il più possibile sul suolo nazionale, in modo da consentire un’importante azione di monitoraggio e prevenzione della salute.

Continua a leggere su Fidelity News