Il 2020 è l’anno in cui Google Maps, celebrando i suoi 15 anni di operatività, ha ricevuto un corposo aggiornamento, che ne ha anche ridisegnato l’icona, oltre ad aver reso più facilmente accessibile la funzione Live View AR, introdotta lo scorso anno per guidare chi si sposta a piedi tramite informazioni sovrimpresse alla realtà inquadrata. Proprio tale feature è stata appena omaggiata di un’ulteriore miglioria, che ne ha reso possibile l’uso anche per calibrare le Gmaps riportandole a essere precise.
Può capitare che, in alcune zone, a causa dell’alta densità di edifici, alcuni dei quali anche molto alti, possano esservi delle interferenze sul GPS che, perdendo il segnale, non è più in grado di capire dove si trovi l’utente: in frangenti simili, la consueta calibrazione, quella basata sulla bussola e sul segnale GPS, che porta a dover disegnare in aria un ideale 8, risulta inutile.
Google, consapevole di ciò, ha ideato un nuovo metodo di calibrazione, che mette insieme le peculiarità del Live View AR con i dati accumulati, nel corso degli anni, da Street View.
Per utilizzare la novità, in questo caso basta avviare l’app aggiornata (stabile o beta) di Google Maps, su Android (con i Google Play Services per AR attivi), e tippare il puntino blu, per veder apparire un menu contestuale con diverse voci, tra cui “Visualizza i luoghi nelle vicinanze”, “Condividi la tua posizione”, e Salva come posizione del parcheggio”, in calce alle quali vi è proprio la nuova “Esegui la calibrazione con Live View”.
Tippata quest’ultima, un’istruzione a mezz’aria proposta nella fotocamera in-app di Live View richiederà di inquadrare gli edifici e i segnali stradali nei paraggi, in modo che Google Maps, riconosciuta la direzione in cui ci si sta muovendo, identificherà anche in modo più preciso la posizione dell’utente, col puntino blu che non sarà più contrassegnato da un raggio, ma effigiato con una freccia piena atta a indicare la posizione verso la quale si è rivolti.