ChatGPT può ora mostrare annunci, ma l’esperienza utente resta la priorità

Secondo quanto emerso, la realtà tecnologica OpenAI considera l’introduzione di annunci in ChatGPT come possibile fonte di ricavi, ma priorità resta l’esperienza utente.

ChatGPT può ora mostrare annunci, ma l’esperienza utente resta la priorità

OpenAI sta valutando nuove strategie per monetizzare ChatGPT, considerando persino l’inclusione di annunci pubblicitari all’interno del servizio. L’informazione è emersa da un’intervista rilasciata da Nick Turley, capo del team ChatGPT, il quale ha sottolineato come qualsiasi implementazione debba avvenire con estrema cautela per non compromettere l’esperienza degli utenti.

Non si tratta quindi di una decisione imminente, ma di un’opzione al vaglio, mentre la società continua a sperimentare modi alternativi per sostenere il crescente costo di sviluppo e manutenzione della piattaforma. Con il lancio di ChatGPT-5, OpenAI ha portato il modello a un livello ancora più avanzato, avvicinando le risposte del sistema a un comportamento umano e aprendo possibilità più sofisticate di interazione. Tuttavia, questa evoluzione tecnologica ha anche comportato un aumento significativo dei costi operativi. Attualmente, gli abbonamenti ai piani premium costituiscono la principale fonte di entrate, ma non sembrano sufficienti a coprire i costi totali dell’azienda.

Le proiezioni indicano che OpenAI prevede di fatturare circa 12,7 miliardi di dollari grazie agli abbonamenti nel 2025, più del triplo delle entrate registrate nel 2024, con un flusso di cassa positivo atteso solo per il 2029.Nonostante l’elevato numero di utenti gratuiti – oltre 700 milioni a livello globale – e di abbonati, più di 20 milioni, l’azienda non rileva criticità nell’offrire un servizio gratuito su larga scala.

Questo pubblico rappresenta infatti un canale strategico per convertire gli utenti verso servizi a pagamento o funzionalità differenziate, mantenendo allo stesso tempo una base ampia e attiva. Il CEO Sam Altman ha definito l’integrazione di pubblicità AI come una “soluzione estrema”. Pur non escludendola, Altman è consapevole dei possibili disagi che gli annunci potrebbero generare agli utenti, compromettendo la naturalezza dell’interazione con il chatbot. Per questo motivo, OpenAI sta esplorando alternative meno invasive, come la vendita di prodotti consigliati da ChatGPT, simile all’esperienza di Google Shopping, o altre forme di monetizzazione basate sull’intelligenza artificiale che possano generare entrate senza interrompere l’esperienza d’uso. 

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