Boom di Telegram: durante il down di Facebook ha guadagnato 3 milioni di nuovi utenti

In questi giorni il servizio di messaggistica Telegram ha guadagnato ben 3 milioni di utenti grazie ai problemi subiti da WhatsApp, Instagram e Facebook.

Boom di Telegram: durante il down di Facebook ha guadagnato 3 milioni di nuovi utenti

Nella giornata del 13 marzo, i tecnici di Mark Zuckerberg si sono dovuti dare da fare. Infatti Facebook, Instagram e WhatsApp hanno dato dei grossi problemi, mandando nel panico gli utenti che usano queste app. L’incidente di ieri, secondo quanto riportato dal “Il Sole 24 Ore“, potrebbe valere una perdita di circa 110 milioni.

Sulle possibili motivazioni di questo problema, in rete circolano diverse teorie di un possibile attacco informatico di tipo DDoS (distributed denial of service). Questa notizia è stata però immediatamente smentita dallo staff di Facebook sul loro profilo Twitter. In un post pubblicato ieri alle 18 sulla pagina FB degli sviluppatori, la compagnia non ha specificato benissimo questo problemi, ipotizzando un disservizio relativo alle API.

I rivali guadagnano terreno

Da questo blackout però non tutti ci vanno a perdere. Infatti Telegram, il servizio di messaggistica istantanea fondata dal russo Pavel Durov e basato su cloud ed erogato senza fini di lucro, ha guadagnato all’incirca 3 milioni di utenti in ben 24 ore. A riportare la notizia ci pensa lo stesso creatore dell’applicazione.

Questo è il messaggio rivelato da Pavel Durov nella sua comunità: “Vedo 3 nuovi milioni di utenti iscritti a Telegram nelle ultime 24 ore. Bene. Abbiamo una vera privacy e uno spazio illimitato per tutti”. Per “NinjaMarketing”, il servizio poteva già contare su più di 200.000 utenti attivi (secondo le stime del marzo 2018).

Con questo breve messaggio, Pavel Durov ha lanciato una piccola frecciatina a Mark Zuckerberg. Infatti, in questi mesi i social network diretti dal giovane imprenditore americano stanno avendo dei problemi nell’ambito della “privacy”. Telegram infatti si è sempre distinta per difendere i dati degli utenti, dichiarando di aver “divulgato 0 byte di dati a terzi, inclusi i governi”, con l’obiettivo di non ostacolare la privacy e la libertà di espressione delle persone.

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