Attenzione: cloni, applicazioni infette, e puro spam affliggono il Play Store di Android

Non basta puntare alle applicazioni più note: nel Play Store di Android anche queste ultime possono causare problemi, in quanto spesso imitate da cloni colmi di pubblicità, curiosi per le autorizzazioni richieste, o adulterati da malware vario.

Attenzione: cloni, applicazioni infette, e puro spam affliggono il Play Store di Android

Una recente ricerca accademica ha rivelato che il Play Store di Android sarebbe tempestato di applicazioni fasulle, alcune delle quali solo molto curiose, mentre altre – invece – sarebbero infette dal malware: il tutto, come in un film della saga di “Star Wars”, induce a prestare attenzione ai “cloni” (che, quindi, non affliggono solo il mondo dell’hardware).

Nelle scorse settimane, il centro australiano di ricerca governativo sulla sicurezza digitale, CSIRO’s Data61, in tandem con l’Università di Sidney, ha diffuso un documento nel quale vengono riportati gli esiti di una ricerca durata due anni, relativa alle applicazioni del Play Store di Android.

Lo studio, partito tenendo in conto i segnali tipici delle applicazioni fasulle, come icone, colori, testi, layout simili a quelle di applicazioni famose, tramite l’intelligenza artificiale, li aveva incrociati con le 10 mila app più famose al mondo dell’ex Play Market androidiano, riscontrando come “49.608” pericolose, in quanto “possibili contraffazioni“. 

Sottoponendo tali app allo screening online dell’antivirus web based VirusTotal, è emerso come 7.264 siano state segnalate, in almeno un caso, come affette da virus, mentre 2.040 siano state considerate sia “ad alto rischio“, che “false“: tra le app più imitate, ovviamente quelle di gaming, con nomi piuttosto noti, come Hill Climb Racing e Temple Run. Non sono mancate, infine, le applicazioni che – pur non contenendo malware – richiedevano autorizzazioni giudicate pericolose, e quelle che, invece, inglobavano librerie di annunci di terze parti, esponendo l’utente al pericolo d’essere tempestato di pubblicità, anche ingannevoli o acchiappaclick. 

Nel momento in cui lo studio sulle app pericolose nel Play Store è stato presentato per la prima volta a Maggio, in California, nel corso della passata World Wide Web Conference, il 35% delle app incriminate era già sparito a causa delle proteste degli utenti e, poi, a paper pubblicato, di recente la maggior parte di quelle rimaste sono state rimosse da Google che, a tal proposito, ha sottolineato come siano migliorati i suoi controlli, sia preventivi, col +55% di app rifiutate prima della pubblicazione, che successivi, col +66% di sospensioni per quelle dubbie. 

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