Quando una celebre applicazione di messaggistica e sharing istantaneo rilascia delle novità, non passa mai molto tempo che anche le altre principali app rivali facciano lo stesso e, infatti, nelle scorse ore, Instagram, YouTube, Twitter, e Skype, si sono prodotte in una nuova tornata di sperimentazioni e implementazioni, decisamente interessanti.
Instagram, l’applicazione di photo-sharing del gruppo Facebook ha confermato alla rivista TechCrunch d’aver avviato il test di una funzione, quella dei “Nametags”, cloni degli Snapcode di Snapchat, che permette di creare dei codici i quali, una volta condivisi con gli altri, permetteranno a quest’ultimi – attraverso la fotocamera in-app delle Storie – di effettuarne la scansione: il risultato sarà che, individuando uno di questi codici su un cartellone pubblicitario, o su una pagina Facebook, sarà più facile collegarsi al relativo profilo da seguire. Conclusa la fase di test, la funzione verrà resa disponibile (non si sa ancora con quale tempistica) a tutti gli utenti della piattaforma, sia iOS che Android, con tanto di editor allegato, col quale poter effettuare delle personalizzazioni al proprio “QR code”, ad esempio utilizzando per sfondo una monotinta sfumata, un letto di emoji, o un proprio selfie impreziosito da filtri e stickers.
Sempre sul versante multimediale, YouTube non attraversa proprio un bel momento, dacché risulta finita in uno scandalo simile a quello che, in nome di Cambridge Analytica, ha coinvolto Facebook: in pratica, alcune associazioni dei consumatori accuserebbero Google di aver raccolto, attraverso il video-sharing della grande Y, i dati su minori di età inferiore ai 13 anni senza aver chiesto il consenso ai genitori, come previsto dal COPPA (Children’s Online Privacy Protection Act), per poi avvalersene commercialmente mostrando pubblicità mirate.
Il reclamo, presentato davanti alla Federal Trade Commission degli Stati Uniti, potrebbe risolversi a caro prezzo per il gigante di Mountain View che, intanto, anche per sedare le critiche secondo cui gli algoritmi di YouTube non tutelerebbero abbastanza i minori (l’anno scorso, lo scandalo “Elsagate” evidenziò che alcuni finti cartoni Disney – dalle dinamiche disturbanti – venivano proposti ai minori proprio come, nel mese scorso, vari video attinenti a teorie cospirazioniste su alieni, sbarco sulla Luna, e forma della Terra), ha lasciato trapelare la notizia (non confermata) secondo cui i suoi tecnici starebbero lavorando ad una nuova sezione di YouTube Kids, attivabile opzionalmente dai genitori, con contenuti selezionati NON dagli algoritmi, ma da alcuni curatori umani.
Twitter, nel frattempo, potrebbe dichiarare guerra ai client di terze parti, come Talon, Tweetings, Tweetbot, e Twitterrific. Il tutto potrebbe avvenire a partire dal 19 Giugno prossimo, quando cesserà il supporto allo streaming service, da queste utilizzato per avallare funzionalità come l’aggiornamento automatico del NewsFeed e le notifiche Push. La comoda soluzione potrebbe risiedere nell’adottare la sostitutiva “Account Activity API”, non foss’altro che quest’ultima è ancora in beta (privata, non distribuita ai programmatori per l’integrazione): tra l’altro, anche quando sarà distribuita, con il profilo standard coprirà al massimo 35 utenti, rendendo necessario acquistarne, a caro prezzo, uno “Enterprise”.
Microsoft, infine, ha comunicato – attraverso il blog ufficiale di Skype – una novità che farà felici quanti già usano il suo programma VoIP e di messaggistica istantanea per realizzare video (anche live) e podcast da condividere con i propri amici: in sostanza, è stato avviato il test della feature “Skype for Content Creators” (già sperimentabile su Windows e MacOS attraverso la modalità “Content Creators” del programma) che permetterà di registrare direttamente chiamate audio e video, per poterle rieditare in seguito, o condividere sul momento tramite servizi di streaming online. La funzione in questione, nel corso dell’estate, verrà estesa a tutta l’utenza in forma stabile.