Valvole cardiache che crescono con il bambino stesso

Nell’ambito del progetto europeo Espoir, sono state impiantate in cinque bambini di Padova, affetti da malattie cardiache, valvole cardiache autologhe in grado di crescere con il bambino stesso

Valvole cardiache che crescono con il bambino stesso

Da Padova arriva una novità che potrebbe migliorare sensibilmente la vita dei pazienti più piccoli che soffrono di malattie cardiache, in particolare di cardiopatia congenita. Stiamo parlando del trapianto di valvole cardiache che crescono con il bambino stesso, soluzione nata nell’ambito del progetto Espoir, finanziato dall’Unione Europea con 5 milioni di euro, che vede coinvolti, oltre all’Italia, anche la Gran Bretagna, il Belgio, l’Olanda, la Germania, la Francia e la Moldavia.

A spingere verso questa soluzione vi è il fatto che purtroppo le tradizionali valvole cardiache non sono in grado di crescere al ritmo del cuore e spesso dopo qualche anno si deteriorano, rendendo quindi indispensabili successivi interventi di sostituzione per inserirne via via di più grandi e funzionanti. Invece queste nuove valvole, valvole cardiache autologhe, una volta estratte dal donatore, vengono sottoposte entro 24 dal decesso del donatore ad un trattamento in laboratorio, della durata di circa tre settimane, volto ad eliminare le informazioni genetiche del donatore, in primis il suo Dna (processo di decellularizzazione), così da ottenere solo l’impalcatura proteica di collagene e altre proteine; le valvole verranno poi riempite, una volta reimpiantate, con le cellule staminali del ricevente, riducendo così notevolmente il rischio di rigetto.

Presso l’unità di Cardiochirurgia pediatrica dell’Azienda Ospedaliera di Padova sono state impiantate, anche grazie al prezioso contributo della Banca dei tessuti di Treviso, già cinque di queste valvole ad altrettanti piccoli pazienti, che ora stanno tutti bene. L’obiettivo per Padova sarà compierne altri venti nell’arco di un anno e mezzo, affinchè lo studio sia condotto su larga scala e i risultati siano ripetibili.

Sebbene non si conosca il follow-up a lungo termine di questa nuova soluzione alternativa, alla luce dei primi risultati che possiamo definire eccezionali, l’obiettivo dei medici è far arrivare i bambini all’età adolescenziale, quando, nel caso in cui fosse fondamentale la sostituzione della protesi, è possibile utilizzare gli stessi device impiegati sugli adulti.

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