Vaccino anticovid: si o no alla terza dose?

Mentre si parte con la somministrazione della terza dose di vaccino ai soggetti fragili, l'OMS si interroga sulla opportunità di estenderla a tutta la popolazione

Vaccino anticovid: si o no alla terza dose?

Lunedì scorso ha avuto inizio in Italia la somministrazione della terza dose dei vaccini contro il coronavirus. Si parte con i cosiddetti “soggetti fragili” e cioè le persone con problemi al sistema immunitario, che hanno subìto il trapianto di un organo o che sono malate di alcune forme di tumore. Non è ancora stato deciso se la terza dose sarà estesa anche a tutti gli altri vaccinati, tema che è al centro delle discussioni di questi ultimi mesi. Ma quanto dura l’immunità offerta dai vaccini?

Dopo la somministrazione di oltre 6 miliardi di dosi in tutto il mondo, qualche conoscenza in più sulla durata dell’immunità e sull’opportunità di procedere o meno a somministrare una terza dose è stata acquisita. 

È assodato che la quantità di anticorpi neutralizzanti diminuisce nel tempo, ma ciò non significa che sparisca la risposta immunitaria perché il sistema immunitario conserva la memoria della minaccia a cui ha fatto fronte. Ricerche negli Stati Uniti hanno rilevato che una diminuzione degli anticorpi è compensata dalla circolazione di cellule immunitarie sempre più specializzate che, in caso di necessità, intervengono per contrastare il virus.

In Israele, uno dei Paesi ad avere avviato da subito la campagna vaccinale tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021, è stato rilevato che gli anziani vaccinati a inizio anno sembravano avere il doppio del rischio di ammalarsi con una forma grave di COVID-19 a luglio, rispetto ad altri anziani vaccinati più di recente.

Una ricerca da poco pubblicata ha evidenziato come la terza dose riduca il rischio per gli anziani di sviluppare un’infezione, o di soffrire di una forma grave.

Ad oggi, su centinaia di milioni di individui vaccinati in tutto il mondo, non vi sono dati che facciano pensare che i vaccini non stiano funzionando. Mentre è vero il contrario: molti paesi che hanno registrato nuove ondate con aumenti significativi dei contagi, hanno avuto numeri contenuti di ricoveri e di decessi grazie alle vaccinazioni. I vaccini si sono rivelati inoltre efficaci contro la variante delta, più contagiosa delle precedenti e ormai prevalente in tutto il mondo.

Prima di avere certezze sulla durata dell’immunità offerta dai vaccini contro il coronavirus, sarà comunque necessario aspettare ancora un po’ di tempo perché si è iniziato a vaccinare da meno di un anno. Anche per questo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha invitato i governi a valutare con attenzione la somministrazione di dosi aggiuntive, specialmente per le fasce della popolazione meno a rischio e già vaccinate.

Inoltre, la capacità produttiva dei vaccini è aumentata, ma il ricorso in massa a un’ulteriore dose potrebbe rallentare la loro distribuzione nei paesi più poveri nei quali la percentuale di popolazione raggiunta con la vaccinazione è ancora molto bassa.

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