Vaccino anti-Covid: si avanza l’ipotesi che possa provocare l’infertilità maschile

Nelle ultime settimane ha preso piede una teoria secondo la quale tra gli effetti collaterali del vaccino contro il Covid-19, a lungo termine ci potrebbero essere anche una serie di danni all’apparato riproduttivo maschile.

Vaccino anti-Covid: si avanza l’ipotesi che possa provocare l’infertilità maschile

Con la disponibilità dei primi vaccini contro il Covid-19, l’umanità inizia a vedere la luce in fondo al tunnel. Le restrizioni e le privazioni imposte per circoscrivere il dilagare della pandemia, rimangono però in vigore per evitare una possibile e drammatica terza ondata.

In questo contesto si può quindi sperare, ma il recente ottimismo non deve far credere che tutto sia finito. I vaccini rimangono solo il primo passo di una lunga lotta contro un virus che non ha affatto alzato bandiera bianca. Tra le altre cose, a sollevare una serie di dubbi sulla loro efficacia, ci sarebbe l’European Consumers, l’associazione per la difesa dei consumatori del Vecchio Continente. 

Come da loro fatto presente, essendo esplosa un anno fa, l’infezione da Covid sarebbe relativamente giovane, ragion per cui i relativi vaccini su cui molto si è investito negli ultimi mesi, nel lungo periodo potrebbero dar vita ad una serie di effetti collaterali non emersi durante la fase di sperimentazione. Per evitare che ciò possa manifestarsi, diversi test si concentrano sull’efficacia di questi preparati, proprio al fine di migliorarne per quanto possibile i livelli di sicurezza. 

A fronte di questi timori, sul sito dell’European Consumers è stato pubblicato un documento sul quale si fa presente che “un’ampia letteratura scientifica relativa al virus SARS-CoV-2 permette di ipotizzare che il vaccino Pfizer BioNTech COVID-19 mRNA-BNT162b2, che si intende distribuire alla popolazione italiana (obbligatoriamente per determinate fasce quali gli operatori sanitari), possa essere mutogeno e causare infertilità. Sembra in particolare ragionevolmente dimostrato la potenzialità di danno agli spermatozoi”.

È infatti opportuno ricordare che l’infezione da Coronavirus è stata associata anche ad una serie di danni all’apparato riproduttivo maschile, con conseguente rischio di infertilità. Non essendoci però dei monitoraggi eseguiti sul lungo periodo, anche il vaccino andrebbe testato per approfondire eventuali rischi legati a questo aspetto, determinando se l’eventuale rischio sarà reversibile oppure no. Di conseguenza fintantoché non si disporrà di risultati sufficientemente certi, sarebbe necessario applicare il principio di massima prudenza. La questione è però dibattuta: stando a quanto contenuto in un articolo apparso sul World Journal of Urology, la presenza del recettore del Sars-Cov-2 nei testicoli non deve essere intesa come un’automatica minaccia alla fertilità maschile, nè tanto meno vuol dire che ciò sia il preludio della malattia.

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