Una ricerca del Times dimostra che lo shampoo è pericoloso come i gas di scarico

Una ricerca sorprendente del Times metterebbe in luce la pericolosità nell'uso smodato degli shampoo, che sarebbero dannosi per il cuoio capelluto e per l'aria tanto quanto i gas di scarico dei veicoli con motore a scoppio.

Una ricerca del Times dimostra che lo shampoo è pericoloso come i gas di scarico

Una ricerca del Times mette in mostra aspetti dei prodotti della casa di cui non si era a conoscenza: shampoo, alcuni detergenti e deodoranti sarebbero fonte di pericolo per la salute dell’uomo tanto quanto lo sono i gas di scarico delle automobili che viaggiano spinte dal classico motore a scoppio, benzina o diesel che essi siano.

L’area utilizzata come banco di prova da parte degli scienziati incaricati dal Times di questo studio è stata quella di Los Angeles: qui si è scoperto, analizzando migliaia di volte campioni di aria, che circa la metà delle particelle inquinanti presenti provengono da prodotti non imputabiili ai combustibili, ma provenienti dai residui lasciati nell’atmosfera dai sopracitati prodotti per la casa.

Questi prodotti producono una serie di particelle molto sottili, chiamate “PM 2.5” che sono dannosi in primo luogo per le vie respiratorie: solamente queste sostanze pericolose sono imputabili di decine migliaia di morti all’anno nei Paesi industrializzati, morti paragonabili a quelle dei gas rilasciati dalle automobili e secondi solo ai danni provocati dal fumo.

Gli shampoo, in modo particolare, non liberano solamente queste sostanze nell’atmosfera, ma privano il cuoio capelluto dei suoi oli naturali, andando ad intaccare un sistema naturale di protezione che il nostro corpo rilascia automaticamente. Il discorso è simile per i deodoranti che eliminano la flora batterica presente nel sudore, bloccando i pori della cute e provocando indirettamente danni all’apparato dermatico, il più esteso del corpo umano.

Per ora questi studi hanno bisogno di ulteriori approfondimenti e di esami correlati, ma non vi è dubbio che soprattutto gli agenti chimici rilasciati nell’aria vadano ad intasare ulteriormente l’atmosfera, già satura dei residui dei gas delle auto, degli impianti industriali e di quelli di riscaldamento. In passato si è già combattuto di netto contro gli agenti chimici che hanno “aperto” il buco dell’ozono, che infatti mano a mano si sta riducendo, ma c’è ancora molto da lavorare su questo fronte.

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