Una graffetta per combattere l’ipertensione

L'ipertensione, è un disturbo molto frequente, forse più frequente anche di quanto si pensi. Oggi, è allo studio, una nuova tecnica chirurgica per risolvere definitivamente il problema.

Una graffetta per combattere l’ipertensione

L’ipertensione, è un disturbo molto frequente, forse più di quanto si pensi. Fino ad oggi, per far si che la pressione avesse misurazioni considerate normali, si è proceduto a far assumere ai pazienti un mix di 3 molecole di farmaci.

Nonostante questo, non sono poche le persone che non riescono ad avere una pressione arteriosa che non superi i 150/90 mm Hg e cosi, una equipe chirurgica, ha pensato alla possibilità di intervenire direttamente sul paziente.

L’ipertensione è un valore da tenere sempre presente e monitorato poichè è uno dei maggiori fattori di rischio per infarti e ictus. Si riesce discretamente a tenerla sotto controllo con una buona alimentazione, scegliendo alcuni cibi rispetto ad altri e con i farmaci appunto. Il problema si presenta però per quel 15% di popolazione che soffre di ipertensione cronica e che, nonostante alimentazione e farmaci, non riesce a regolare la propria pressione.

La nuova tecnica chirurgica, in realtà ancora in fase di sperimentazione e testata su appena 80 volontari,  consiste nel riuscire a creare uno spazio tra arteria e vena a livello inguinale, permettendo cosi di diminuire la resistenza dei vasi sanguigni e di conseguenza a far scendere la pressione.

Questo primo gruppo di persone comunque in realtà, ha avuto qualche effetto collaterale, dovuto soprattutto ad un gonfiore presentato sulle gambe. Chiaramente, lo studio è ancora nella sua prima fase iniziale. Si sta pensando anche di ampliare il numero di pazienti su cui effettuare questa tecnica, per avere dati ed anche eventuali effetti collaterali più certi, e molto probabilmente, come affermano gli stessi ricercatori, tale effetto collaterale tenderà a venir meno man mano che tale tecnica diventi via via sempre più affinata.

Al momento, quello che è certo è che, nonostante il numero limitato di pazienti che si sono sottoposti all’intervento, la graffetta sembra funzionare, nonostante appunto qualche piccolo “inconveniente”. La speranza è quindi che lo studio possa essere ampliato e migliorato, affinchè, l’intervento, diventi una valida e soprattutto reale alternativa anche gli stessi farmaci nel caso in cui questi ultimi con l’andare del tempo risultino non più efficaci.

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