Una donna su quattro continua a fumare anche dopo il parto

Durante la gravidanza, la maggior parte delle donne smette di fumare. Ma dopo il parto una donna su quattro riprendere il vizio. Proprio per contrastare questo fenomeno, è stata ideata la campagna "Speriamo che sia… l’ultima".

Una donna su quattro continua a fumare anche dopo il parto

Tenendo conto della poche statistiche disponibili, sono solo tre su cento le donne che continuano a fumare durante la gravidanza. La maggior parte decide di smettere essendo ben a conoscenza di quali siano le conseguenze del fumo sulla salute del nascituro. I nove mesi diventano quindi un periodo propizio per fumare di meno, e nella migliore delle ipotesi anche per smettere definitivamente.

Ma cosa succede dopo il parto? Dipende. Attualmente nel nostro Paese il 26% delle neo-mamme riprende immediatamente a fumare. Il che equivale a dire che una su quattro non rinuncia definitivamente alla “bionda”. Tutto ciò è ovviamente nocivo sia per le madri tabagiste che per i neonati. Questi ultimi potranno poi essere maggiormente interessati da ritardi cognitivi, maggiori rischi di infezioni respiratorie, otiti e asma. Come se non bastasse, alcuni cromosomi risulteranno più esposti ai composti tossici presenti nel tabacco.

Proprio per porre un freno a tutte queste casistiche, l’associazione torinese Walce, Women Against Lung Cancer in Europe Onlus, ha organizzato la prima edizione della campagna “Speriamo che sia… l’ultima”. Scopo fondamentale dell’iniziativa è contribuire alla cessazione del fumo di sigaretta sia da parte delle donne in gravidanza, che da parte delle neo-mamme. Non è un caso che tale iniziativa sia stata indetta proprio in questo mese: novembre è infatti il mese mondiale di sensibilizzazione per il tumore del polmone.

Come ha avuto modo di spiegare Chiara Benedetto, direttore della Struttura Complessa Ginecologia e Ostetricia del Presidio Ospedaliero Sant’Anna di Torino, in Italia nell’ultimo anno gli uomini tabagisti sono passati da 6,9 a 6 milioni. A fronte della diminuzione dal lato maschile, quello femminile ha conosciuto un aumento non certo rassicurante. Ad oggi le donne fumatrici sono 5,7 milioni, quando solo un anno fa erano 4,6 milioni.

Tutto ciò ha una quasi inevitabile conseguenza: tra le donne i tumori al polmone registrano un aumento del 3% annuo. Il fumo deve quindi essere considerato come il primo fattore di rischio non solo per questo tipo di tumore, ma anche per molte altre neoplasie. In questo contesto “Speriamo che sia… l’ultima” assume la veste di un progetto che ha a cuore non solo la salute delle mamme, ma anche quella dei loro neonati.

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