Una ricerca condotta dai ricercatori del King’s College di Londra e pubblicata sulla rivista “Genome Biology” afferma che probabilmente a breve si potrà, attraverso un semplicissimo esame del sangue, stabilire l’età biologica di un individuo e la velocità del suo processo di invecchiamento; una volta identificati questi sarà anche più facile capire se il soggetto in questione è a rischio di tumori o di Alzheimer. Infatti coloro che risultano essere biologicamente più vecchi (facendo un confronto con l’età anagrafica) hanno una probabilità più elevata di soffrire di demenza.
Il test in questione si basa sull’osservazione della composizione dell’Rna e si focalizza in modo particolare su 150 geni che permettono di definire quale debba essere la sua composizione ottimale per ogni età.
I ricercatori che hanno partecipato a questo studio hanno dichiarato: “Potrebbe modificare il modo di fare gli screening per i tumori, perchè nelle persone che invecchiano più in fretta andrebbero fatti prima. E può essere uno strumento utilissimo per predire l’insorgere delle demenze”. Questo test potrebbe dunque essere usato a scopo di prevenzione.
In questo studio sono state esaminate ben 700 persone sui 70 anni di età; il test ha calcolato un’età biologica che molto spesso non combaciava con l’età anagrafica: alcuni hanno ottenuto un’età biologica inferiore, altri un’età biologica superiore (addirittura di 10 anni superiore).
L’autore dello studio, James Timmons, alla Bcc ha dichiarato: “La nostra scoperta fornisce la prima robusta firma molecolare dell’età biologica degli esseri umani e dovrebbe essere in grado di trasformare il modo in cui l’età è utilizzata per prendere decisioni mediche”. Le decisioni mediche citate da Timmons possono essere ad esempio la decisione di donare un rene: sarebbe bene valutare infatti proprio l’età biologica della persona per capire se una persona è adatta alla donazione.
Secondo gli ultimi rumors, questo nuovo test dovrebbe essere utilizzato da alcuni ricercatori già a partire dall’anno prossimo.