Tumori infantili in forte aumento. Crescono anche in Italia

La denuncia arriva dal convegno alla Camera dei deputati “Emergenza cancro - Fattori ambientali modificabili e stili di vita non corretti”, organizzato dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) in collaborazione con Confassociazioni Ambiente.

Tumori infantili in forte aumento. Crescono anche in Italia

L’Italia, il paese con il maggior numero di patrimoni UNESCO, della dieta mediterranea, con borghi incantevoli e accoglienti, della pizza e di panorami mozzafiato come la costiera sorrentina ma anche il paese con il più alto numero di tumori infantili.

La situazione che si sta creando è davvero kafkiana. In Italia l’incidenza dei tumori in età pediatrica ha raggiunto livelli vertiginosi. Nessuno peggio di noi in Europa. La causa principale sembra essere l’eccessivo inquinamento soprattutto in alcune aree. Secondo gli ultimi dati, forniti dal ministero della Salute, negli ultimi 10 anni si è registrato, nelle aree più contaminante, un aumento fino al 90% di patologie tumorali.

Le città italiane più colpite

Le più diffuse sono le neoplasie alla tiroide, alla mammella e il mesotelioma. Quest’ultimo, causato tipicamente dall’esposizione all’amianto, riguarda quattro zone: torace; addome; cavità attorno al cuore e membrana che riveste i testicoli.

Secondo il report elaborato dal Ministero della Salute il rischio di sviluppare malattie oncologiche è direttamente associato all’esposizione ad una serie di sostanze tossiche: diossina, amianto, petrolio, policlorobifenili (PCB) e mercurio.

Frosinone, Pavia, Vincenza, Milano, Torino, Roma sono le città che, durante l’anno, hanno raggiunto elevati livelli di Pm10 e Pm2,5. Quest’ultime sono piccole particelle che aumentano significativamente la probabilità di sviluppare tumori. A Bari, la Fibronit, azienda produttrice di elementi per l’edilizia in amianto, ha causato direttamente la morte di 180 dipendenti. Inoltre le particelle d’amianto hanno inevitabilmente colpito tutte le persone residenti nelle zone limitrofe. La presenza dell’ILVA a Taranto è ormai un caso nazionale. Ma l’acciaieria sorella di Trieste non è da meno. L’area industriale di Porto Torres (in Sardegna) e la zona di Biancavilla e Priolo (in Sicilia) non sono esenti da questo quadro.

Il report della ricerca

Il vero dramma riguarda soprattutto i bambini. Sempre più sono i giovanissimi coinvolti. A prova di ciò vi è lo studio condotto in 62 Paesi dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) con la partecipazione dell’Associazione Internazionale dei Registri del Cancro e pubblicato nel 2017 su Lancet Oncology. Secondo tale ricerca la maggiore incidenza di tumori si registra nei bambini tra 0 e 14 anni e negli adolescenti tra i 15 e i 19 anni. A far eco, all’allarme lanciato dall’IARC, c’è il rapporto Sentieri a cura dell’Istituito Superiore di Sanità. In base ai dati raccolti tra il 2006 e il 2013, nei 28 dei 48 siti italiani maggiormente inquinati, si registra un aumento dei tumori maligni del 9% nei giovani tra 0 e 24 anni. Nella fattispecie il numero di giovani colpiti da linfomi Non-Hodgkin (neoplasie maligne del tessuto linfatico) sono aumentati del 50%, del 62% quelli colpiti da sarcomi dei tessuti molli e del 66% quelli affetti da leucemie mieloidi acute. L’emergenza cancro tra i più giovani è una seria problematica dell’Italia di oggi e le prospettive sono che in futuro ad ammalarsi di cancro sarà 1 su 500 nuovi nati entro il 15° anno di età.

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