Tumore alla prostata: arriva in Italia una tecnica molto avanzata ed a Napoli si sono tenuti i primi interventi

A Napoli si sono tenuti i primi interventi al tumore alla prostata con una nuova tecnica molto meno invasiva che non ha effetti collaterali. Si esegue solo privatamente

Tumore alla prostata: arriva in Italia una tecnica molto avanzata ed a Napoli si sono tenuti i primi interventi

Il tumore alla prostata potrebbe avere le ore contate, o quanto meno potrebbe essere contrastato grazie ad una nuova tecnica all’avanguardia. La pratica è arrivata anche in Italia e proprio a Napoli, nella clinica Ruesch, sono stati portati a termine i primi interventi chirurgici.

Il Professore Vincenzo Mirone, che insegna alla Facolta Federico II ha spiegato i dettagli della nuova pratica. Il professore insegna urologia e ha affermato che proprio in questo ambito questa nuova tecnica sviluppata rappresenta un importante traguardo. I primi interventi si sono tenuti il 13 dicembre, circa una settimana fa. Il nome di questa tecnica è Tookad ed è davvero poco invasiva. 

La tookad

La notizia negativa è che questi interventi possono essere eseguiti solo privatamente, perché il tipo di intervento non rientra tra i metodi riconosciuti e dunque non sono rimborsati dal Sistema Sanitario Nazionale. Nello specifico la Tookad è una tecnica fotodinamica poco invasiva che permette di trattare esclusivamente il tumore alla prostata.

L’operazione si basa sull’utilizzo di un laser ad alta precisione che uccide le cellule tumorali in questione, riuscendo allo stesso tempo a salvaguardare il tessuto sano senza danneggiarlo. I vantaggi comportati da questo tipo di intervento sono abbastanza evidenti: si migliora la qualità della vita dei pazienti perché le operazioni durano appena un’ora e mezza rispetto ai classici trattamenti. 

Un notevole vantaggio è dato anche dal periodo post operatorio che prevede appena 24 ore di “riposo”, dopodiché il paziente può tornare a casa senza problemi; inoltre si limitano a zero i dolori post operatori, e lo stesso vale per gli effetti collaterali alla funzione urinaria. Il metodo in questione è stato già approvato in altri 31 paesi appartenenti all’Unione Europea, ma in Italia il trattamento è a pagamento perché non ancora riconosciuto. 

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