Già da diversi anni il Bisfenolo A (BPA) è ritenuto un composto chimico particolarmente dannoso per la nostra salute. Diversi studi lo hanno collegato con varie forme di patologie molto gravi come il tumore al seno. Ma non solo. È stato anche accusato di poter sviluppare o peggiorare alcune malattie cardiache e di ridurre il numero degli spermatozoi.
Parliamo quindi di tutta una serie di conseguenze negative su cui le autorità dovevano necessariamente intervenire. Non a caso la stessa Unione Europea ha dichiarato il BPA come una minaccia per la salute umana per via delle sue conseguenze nocive sugli ormoni.
Come conseguenza si è subito cercato di limitarne l’uso. Ad oggi continuiamo però a trovare il Bisfenolo nei rivestimenti bianchi dei cibi in scatola, nelle lattine, nei tappi delle bottiglie, ma soprattutto negli imballaggi che rivestono i cibi preconfezionati prodotti dalla grande industria.
Siamo quindi di fronte ad un composto che è veramente difficile da evitare. A sostegno di questa tesi troviamo una ricerca condotta dall’Università di Exeter del Regno Unito. Gli scienziati si sono focalizzati sulle analisi delle urine di un campione di 94 adolescenti. Nell’86% dei casi sono state trovate tracce del Bisfenolo, il che vuol dire che nel loro sistema digerente doveva essere presente il composto chimico incriminato.
Ci si è domandati la ragione di questi risultati. La risposta più plausibile sembra essere anche quella più semplice: gli adolescenti rientrano in quella fascia di età più incline a consumare cibo spazzatura, bere dalle lattine e consumare cibi preconfezionati ampiamente pubblicizzati dai media.
Lorna Harries, la docente a capo del progetto, è giunta alla conclusione che sarebbero opportune delle etichette più chiare sugli imballaggi. Tutto ciò permetterebbe ai consumatori di poter giungere a delle scelte informate. Le autorità europee sono quindi allo studio di un provvedimento volto a evitare la possibilità di contatto tra il cibo e le confezioni contenenti Bisfenolo A. Si tratterebbe di una scelta paragonabile a quella del 2011, anno da cui non è più possibile produrre biberon con BPA.