Un team di ricercatori dell’Università Cattolica di Roma ha fatto una scoperta che potrebbe segnare un punto di svolta nella ricerca sul cancro al colon. Pare infatti che il responsabile del progredire del cancro sia una molecola conosciuta come Ossido di Azoto (NO) e che essa venga prodotta in grande quantità dalle cellule tumorali, aiutandole a moltiplicarsi.
I ricercatori hanno effettuato degli esperimenti, sia in vitro che in vivo, che hanno dimostrato che effettivamente, arrestando la produzione di NO anche la progressione del cancro si arresta. Vediamo perché.
L’ossido di azoto è un radicale libero, ovvero una molecola normalmente prodotta dalle nostre cellule, molto reattiva e solitamente dalla vita piuttosto breve. Un’eccessiva produzione di radicali liberi, o una reazione errata di essi con altre molecole ad essi vicini, possono andare a causare danni anche molto gravi, quali, appunto, la degenerazione delle cellule e la loro trasformazione in cellule cancerogene. L’NO, nello specifico, ha svariate funzioni rilevanti nell’organismo umano, a livello nervoso, muscolare, immunitario, cardiovascolare e microcellulare. Ma una sua funzione è particolarmente critica: l’NO prodotto dall’enzima “iNOS” è un mediatore dell’infiammazione di vitale importanza, pertanto quantità particolarmente elevate di questa sostanza provocano la trasformazione delle cellule sane in cellule cancerogene.
Si tratta di un’osservazione cruciale per poter sviluppare trattamenti efficaci contro il cancro, proprio perché l’attenzione si sposta adesso dai macrofagi, finora ritenuti i responsabili dei tumori, all’enzima iNOS. Questo perché lo studio dimostra proprio la capacità delle cellule staminali del colon a produrre autonomamente NO grazie al loro iNOS endogeno. Bloccando dunque la produzione endogena di NO da parte di questo enzima è possibile anche bloccare l’avanzamento della malattia.
Certo, questa non costituirà una vera è propria cura che possa far regredire il tumore, né tantomeno prevenirlo, tuttavia la portata di questa scoperta è veramente enorme, si parla di bloccare un cancro prima ancora che possa raggiungere il suo stadio avanzato e portare a conseguenze catastrofiche ben note a tutti. Attendiamo allora ulteriori studi e applicazioni sui tessuti umani, con la speranza di poter finalmente dare buone notizie a tutti coloro che sono colpiti da questo tipo di tumore, attualmente in Italia ammontanti al 14%.