Ecco una notizia che arriva direttamente dall’Azienda Ospedaliera di Padova. Qui infatti è stato di recente impiantato, per la prima volta in Italia, su un ragazzo affetto da un insufficienza cardiaca terminale, un cuore artificiale più piccolo (e per questo indicato per giovani, bambini e donne): il suo nome è CardioWest 50 cc. Per la prima volta al mondo un trapianto del genere è stato effettuato su una persona già trapiantata. Il chirurgo che ha svolto, con grande responsabilità, l’intervento, durato circa 11 ore, è stato il prof. Gino Gerosa, direttore della Cardiochirurgia dell’Azienda Ospedaliera/Università di Padova con il dr. Cosimo Guglielmi e il dr. Vincenzo Tarzia.
L’anno scorso, a 10 anni dal trapianto, dopo aver condotto per anni una vita normale, dedita allo studio e allo sport, è stato diagnosticato al ragazzo un linfoma, una grave malattia tumorale (nel caso del ragazzo già in fase avanzata) che può insorgere nei pazienti cardiotrapiantati conseguentemente alla terapia a base di farmaci immunosoppressori che prevengono il rigetto dell’organo. Immediatamente il ragazzo è stato sottoposto alla chemioterapia, che però ha danneggiato il suo cuore trapiantato. E quindi, come spiegato dal prof. Gerosa, “A questo punto, non avendo il ragazzo recuperato la funzionalità cardiaca e non potendo subire un nuovo trapianto di cuore umano per la neoplasia in atto, l’unica via era il cuore artificiale totale per giovani che non era mai stato impiantato prima in Italia. Dopo aver espiantato il cuore trapiantato dodici anni prima, operazione particolarmente complessa vista la situazione anatomica legata al precedente trapianto cardiaco, abbiamo inserito il “nuovo” cuore artificiale totale, di soli 200 grammi, di dimensioni contenute, lo abbiamo attivato permettendo il recupero dei vari organi danneggiati. Il cuore artificiale totale è stato connesso con i grandi vasi sanguigni del torace del paziente e una consolle esterna gli fornisce l’aria capace di far muovere i diaframmi presenti all’interno del cuore artificiale, in grado di eiettare il sangue”.
Fortunatamente ora il ragazzo è guarito totalmente dal linfoma ed è stato dimesso dall’ospedale (infatti il nuovo cuore artificiale non ha bisogno di farmaci immunosoppressori). “È un risultato importante che premia il lavoro di anni e lo sforzo di un intero team”, ha commentato, alla luce dei risultati più che positivi, l’equipe medica che ha svolto l’operazione.