Tessera sanitaria, brutte notizie per chi la possiede: cosa cambia

Purtroppo ci sono brutte notizie per quanto riguarda la tessera sanitaria e i relativi possessori, vediamo di cosa si tratta e che novità ci sono in arrivo.

Tessera sanitaria, brutte notizie per chi la possiede: cosa cambia

Ogni giorno tutti noi utilizziamo diversi strumenti che sono utili a svolgere le faccende più disparate. Ad esempio fino a questo periodo era diventato di norma possedere il Green Pass, lo strumento che indica come un individuo sia vaccinato contro il Covid-19 oppure guarito dalla malattia. Questo documento serviva fino a poche settimana fa ad entrare per consumare in bar e ristoranti, adesso invece è stato abilito. Ma ci sono strumenti la cui abolizione non è avvenuta assolutamente.

Anzi si tratta di qualcosa che tutti noi utilizziamo ad esempio per recarci in farmacia ed acquistare medicinali, oppure la inseriamo all’interno dei distributori automatici per prelevare bevande alcoliche. Stiamo parlando della tessera sanitaria, il documento che contiene il nostro codice fiscale e i nostri dati sanitari. Per i possessori di questo documento ci sono in arrivo pessime notizie, bisogna fare molta attenzione. Vediamo di cosa si tratta.

Attenzione massima

In questo periodo il Governo sta cambiando alcune regole in diversi campi. Anche per quanto riguarda i possessori di tessera sanitaria si dovrà prestare attenzione quando si svolgono alcune attività, pena infatti delle sanzioni salatissime. Nel dettaglio le sanzioni riguarderanno l’errato invio di dati

Il provvedimento riguarda i policlinici universitari, le farmacie pubbliche e private, i presidi di specialistica ambulatoriale, le strutture per l’erogazione delle prestazioni di assistenza protesica e di assistenza integrativa, gli altri presidi e strutture accreditati per l’erogazione dei servizi sanitari, ma anche i liberi professionisti iscritti all’Albo dei medici chirurghi e degli odontoiatri.

Infatti se ci saranno errori nell’invio dei dati l’Agenzia delle Entrate provvederà ad erogare ai liberi professionisti ben 100 euro di multa ogni volta che viene rilevato un errore nei dati di spesa. Il provvedimento si è reso utile in quanto “una diversa lettura non consentirebbe, infatti, di ottenere l’effetto dissuasivo prospettato nella relazione illustrativa”.

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