Svezia: una misteriosa malattia sta colpendo i bambini rifugiati siriani

I figli delle famiglie siriane che si sono viste respingere la richiesta di asilo in Svezia, vengono colpiti da una sindrome inspiegabile che nei casi più gravi li porta a cadere in un coma profondo.

Svezia: una misteriosa malattia sta colpendo i bambini rifugiati siriani

Si chiama uppgivenhetssyndrom la misteriosa malattia che colpisce i bambini delle famiglie siriane che si sono visti respingere la richiesta di asilo in Svezia. Tradotto in italiano, il morbo che ha già colpito 169 piccoli pazienti potrebbe significare “sindrome da rassegnazione“, in quanto così come documentato dai medici scandinavi, il morbo senza un’apparente motivazione rende completamente passivi e apatici

Chi viene colpito dal male inizia a diventare taciturno, schivo, fiacco, immobile, incontinente, non vuole nutrirsi ed è insensibile di fronte agli stimoli fisici e al dolore. Nei casi più estremi, i “bambini apatici” arrivano a cadere in un coma profondo che può prolungarsi anche per diversi mesi. Ad accumunare tutti i piccoli pazienti è la nazionalità: sono tutti siriani e sono tutti figli di rifugiati a cui non è stato riconosciuto il permesso di soggiorno.

I medici del paese considerato un modello del welfare state di matrice socialdemocratica, hanno a più riprese cercato di comprendere quale fosse l’origine di questa sindrome. Non avendo trovato malformazioni, anomalie o disfunzioni di alcun genere, la neurologa Suzanne O’Sullivan, recatasi in passato in Svezia per studiare il caso, è arrivata a parlare di una probabile forma di psicogenesi culturale.

In altre parole, il timore di essere rimandati nel proprio paese dove potrebbero rivivere l’incubo della guerra, spinge questi bambini ad isolarsi e rassegnarsi. Il trauma subito genera un blocco psicologico che rende impossibile svolgere qualsiasi attività: il rifiuto del cibo fa sì che debbano essere alimentati attraverso la nutrizione artificiale. 

La questione ha innescato anche un discorso politico. Qualcuno si è spinto a sostenere che la sindrome non esista, che sia solo una finzione, una banale messinscena per evitare il rimpatrio, ma i medici che hanno seguito i casi lo hanno categoricamente escluso, ricordando che i primi casi della sindrome furono diagnosticati già nei primi anni Novanta e interessarono diversi giovani pazienti originari dei paesi balcanici o dell’ex Unione Sovietica. Arrivare a fornire un rimedio, rimarrà però impossibile, almeno fino a quando non si avranno maggiori informazioni sulle sue cause scatenanti e su quale sia la relazione tra eventi traumatici passati e recenti.

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