Studio delle neuroscienze con il metodo Cern. Ecco di cosa si tratta

Tre gruppi di ricercatori hanno deciso di collaborare insieme struttando il "metodo Cern" per studiare il cervello ed i suoi meccanismi. Vogliono dar vita ad un'equipe di studiosi di neuroscienze e riuscire a creare una teoria universale che possa permettere di decifrare i meccanismi del cervello

Studio delle neuroscienze con il metodo Cern. Ecco di cosa si tratta

Tre gruppi di ricerca di neuroscienze, in Portogallo, Svizzera e Gran Bretagna, dopo anni di esperimenti fatti per poter decifrare i complicatissimi meccanismi del cervello umano, hanno deciso di unire le forze, affinchè si possa elaborare una “teoria universale“.

Potrebbe essere questa la strada giusta per riuscire ad “entrare” nel “bios” del cervello e – per esempio – scoprire come funzionano i circuiti molecolari che danno origine al comportamento e alla coscienza.

Il progetto

I ricercatori hanno deciso di “copiare” il metodo di lavoro che usano i fisici del Cern (Organizzazione europea per la ricerca nucleare). ”Quello che proponiamo è una sorta di Grande teoria unificata della ricerca sul cervello” afferma il ricercatore Mainen. “L’idea è di far collaborare 10 laboratori con 20 coordinatori scientifici, e 50-100 ricercatori per condurre esperimenti che vadano oltre la portata dei singoli laboratori.

I ricercatori fanno notare che sarà fandamentale focalizzarsi su una singola funzione del cervello e far collaborare sia sperimentalisti che teorici. Naturalmente tutti avranno gli stessi strumenti di lavoro, gli stessi software e tutti seguiranno lo stesso protocollo.

Bisogna partire da piccoli obiettivi per poi ampliarli nel tempo, ma solo quando si avranno risposte certe.

Le difficoltà

Secondo il direttore del Centro Mente/cervello dell’università di Trento, Giorgio Vallortigara, il progetto, dal punto di vista degli obiettivi, è senza dubbio molto positivo, ma data la differenze di idee che riguardano il funzionamento del cervello sarà difficile “far partire tutti da un punto fermo”.

Lo stesso direttore ha un’idea diversa, tant’è vero che secondo lui il cervello usa dei “trucchetti” che si sono sviluppati con l’evoluzione per affrontare i diversi problemi che si vanno creando. Infatti, secondo il suo punto di vista: “Forse sarebbe meglio cercare i singoli moduli evolutivi del cervello”.

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